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    IL VIPPONE FA L'UOMO LADRO - LA POLIZIA HA ARRESTATO LA BANDA CHE SVALIGIAVA LE ABITAZIONI DEL CENTRO STORICO A MILANO: TRA LE VITTIME ANCHE CECILIA, SORELLA DI BELEN RODRIGUEZ, E IL FIDANZATO IGNAZIO MOSER CHE AVEVANO VISTO SPARIRE DUE ROLEX, VALIGIE E BORSE GRIFFATE – I LADRI RUBAVANO I MAZZI DI CHIAVI DALLE PORTINERIE E POI ENTRAVANO INDISTURBATI NELLE CASE DEI RICCASTRI: TRA DENARO, GIOIELLI E OROLOGI AVEVANO ACCUMULATO UN BOTTINO DA MEZZO MILIONE DI EURO…


     
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    Pierpaolo Lio per il “Corriere della Sera”

     

    ladri ladri

    Restava da capire solo il come. C'erano i sospettati, i riscontri delle cellule telefoniche, i passaggi delle loro auto sotto i varchi di Area C. C'erano anche le immagini delle telecamere che li immortalavano entrare a mani vuote e uscire carichi di borse e borsoni. In un caso il sistema di videosorveglianza li pizzica a trascinare a fatica lungo il marciapiede una pesante cassaforte aiutandosi con un pregiato tappetto persiano usato come slitta di fortuna. Il tassello mancante per ricostruire buona parte della sequenza di furti in prestigiosi appartamenti del centro storico, messi a segno da una banda di tre ladri professionisti nei sei mesi che vanno dal settembre del 2020 al febbraio successivo, arriva però in zona Cesarini. È metà gennaio.

    ignazio moser e cecilia rodriguez a natale ignazio moser e cecilia rodriguez a natale

     

    La richiesta delle misure cautelari per il 41enne Domenico Lovino, Andrea Tartaglia, 33 anni, e il 31enne moldavo Ilie Cebotari è già stata inviata al gip. Si attende il via libera per far scattare le manette. È in quei giorni che uno dei tre viene beccato dagli agenti del commissariato Centro mentre prova a rubare alcuni mazzi di chiavi dalla portineria dell'ennesimo stabile signorile della Milano bene. È così che (quasi sempre) riuscivano a introdursi negli appartamenti senza fatica, e senza lasciare tracce. Come in via Chiaravalle, all'ombra della Torre Velasca.

     

    O in via Passione, alle spalle del Conservatorio, oppure in via privata Maria Teresa e nella vicina via Brisa, in zona corso Magenta. In totale, cinque colpi, più uno tentato, e un altro ancora per cui la banda resta al momento solo indagata. Il valore totale del bottino - tra denaro, gioielli, pietre e orologi - è stimato in almeno mezzo milione di euro.

     

    furti nelle case furti nelle case

    Nell'ultimo caso c'è anche la vittima eccellente, una coppia di volti famosi del piccolo schermo: la sorella di Belen Rodriguez, Cecilia, e il suo compagno Ignazio Moser. La loro casa in zona Brera è stata svaligiata a febbraio del 2021: spariti due Rolex, valige e borse griffate e svariati occhiali di marca. Nessun furto di chiavi, però. I ladri entrano forzando la porta finestra del soggiorno che s' affaccia sul cortile interno del palazzo. Gli investigatori sono riusciti a provare la presenza in zona del trio nei giorni precedenti il colpo, senza al momento raccogliere indizi sufficienti sulle loro responsabilità. Gli agenti erano già sulle loro tracce.

    cecilia rodriguez ignazio moser cecilia rodriguez ignazio moser

     

    Ai primi di febbraio li seguono mentre arrivano in auto, si fermano, perlustrano a piedi la zona con un atteggiamento che per gli agenti è un chiaro segnale di «un sopralluogo per un nuovo furto». Le indagini partono dalla denuncia di una delle vittime, e ricostruiscono a ritroso le azioni della banda, recuperando casi simili avvenuti sempre in centro. È «un team di professionisti», li definisce il gip Lorenza Pasquinelli nell'ordinanza con cui dispone le misure cautelari. «Gli indagati risultano ben collaudati ed esperti: pongono in essere sopralluoghi nei giorni precedenti, utilizzano utenze fittizie per comunicare tra loro» durante i colpi e «in alcuni casi riescono addirittura a entrare in possesso delle chiavi degli appartamenti da derubare».

     

    ladri in casa ladri in casa

    Dall'analisi delle telecamere lungo la via privata Maria Teresa, gli uomini del commissariato Centro ricostruiscono l'arrivo e la fuga (con la cassaforte) del trio. Un'immagine restituisce anche la targa dell'auto usata per allontanarsi, e un testimone oculare regala un dettaglio curioso: «Uno dei tre, quello che guidava, mi è rimasto impresso perché assomigliava tantissimo a Tiziano Ferro». I primi elementi portano a Lovino, e da lui agli altri due. Soprannominato «Mecco» non è uno sconosciuto per la polizia: ha precedenti per droga, resistenza, favoreggiamento.

     

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    Agli atti c'è una telefonata ricevuta da Giuseppe Molluso, 46 anni, figlio dello 'ndranghetista Francesco. Il nome di Lovino era spuntato in un'inchiesta antidroga insieme ai fratelli catanesi Bonanno. Gli investigatori gli stanno addosso: pedinamenti, intercettazioni, analisi del traffico cellulare. Gli piazzano in auto anche una cimice. Lovino sospetta qualcosa. Fa smontare la vettura, trova il microfono: «D'altronde io lo so che m' ascoltano. Io so tutto!». La banda si prende una pausa. Ma è solo uno stop and go fino all'arresto di ieri.

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