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    IL CONTROLLO DEMOGRAFICO HA CREATO UN DISASTRO IN CINA: MANCANO LE DONNE. E TANTI DISPERATI, PUR DI AVERE UNA FIDANZATA, SI BUTTANO SUL MERCATO DELLE BAMBOLE GONFIABILI...


     
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    Silvio Piersanti per ''il Venerdì di Repubblica''

     

    Il controllo demografico ha ridotto la popolazione femminile: si rimedia con le bambole Se vi capita di sentire un cinese che dice in un tono orgoglioso: «Mi sono fatto la 156» non pensate che si vanti di aver acquistato l' ultimo modello di una moto o di un' auto. 156 è infatti il nome della più sofisticata bambola sessuale appena messa in commercio nell' ex Celeste Impero. Il numero si riferisce ai centimetri di altezza (senza tacchi).

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    Ma il mercato offre anche modelli molto più bassi, diciamo «taglia da adolescente» (anche se sarebbe più appropriato «taglia da pedofili»). La 156 è un prodotto di nicchia, di alta tecnologia, che costa l' equivalente di 2.500 euro, all' incirca il salario di sei mesi di un operaio. Il pur esorbitante prezzo non comprende parrucche né organi genitali intercambiabili e lavabili, che vanno pagati a parte: soddisfare le esigenze di varietà e igiene costa caro, almeno altri tre mesi di stipendio.

     

    Anche la testa è istantaneamente removibile e sostituibile con una dotata di lineamenti e/o età diversi. Le 156 sono fatte di termoplastica elastomer, un materiale gommoso più soffice del silicone, che garantisce loro una pelle delicata e senza difetti, come quella di una ragazza.

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    Inoltre, le loro mani e le loro dita sono mobili e possono essere disposte a piacimento dell' cquirente, mantenendo per il tempo che si vuole la posizione prescelta. Come dicono i messaggi pubblicitari multimediali «le 156 si trovano nei migliori negozi specializzati». Uno di questi è il Micdolls di Pechino, i cui affari vanno benissimo. Il commesso Yi Jiang , intervistato dal quotidiano giapponese Japan Times, afferma con fierezza professionale: «Molti nostri clienti dicono che le 156 sono più attraenti delle donne in carne e ossa».

     

    Il problema è che di donne in carne ed ossa in Cina non ne circolano tante. Almeno in relazione al numero di uomini. Secondo statistiche recenti, nascono 116 uomini ogni 100 donne. È il risultato di decenni di politica di controllo demografico che, nel Paese più popoloso del mondo, permetteva un solo figlio a famiglia.

     

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    E dovendo averne uno solo, millenni di cultura maschilista spingevano le coppie ad avere figli maschi, anche ricorrendo agli illegali aborti selettivi, o sopprimendo le bambine appena nate. Non sono pochi i casi di maschi cinesi che raggiungono la vecchiaia e passano a miglior vita senza aver potuto mai avere un rapporto sessuale con una donna.

     

    La disparità numerica fra uomini e donne è causa di forti tensioni che spesso sfociano in violenze. Non sorprende gli osservatori dei fenomeni sociali l' affermarsi del rude ma pragmatico concetto «meglio una bambola sessuale che niente».

    «Con le 156 ci sono diversi vantaggi rispetto alle donne vere» afferma Q. L., soddisfatto utente dell' ultimo modello, per cui ha dato fondo a tutti i suoi risparmi di tecnico informatico a Pechino.

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    «Primo fra tutti: sono sempre consenzienti e non invecchiano. Secondo: mantengono un buon prezzo anche nell' usato e quando ne hai abbastanza di una la puoi rivendere bene per comprare un modello ancora più sofisticato senza spendere troppo. Terzo: non ti chiedono di portarle al ristorante e/o a un concerto rock. Al massimo, le carichi in macchina per un week-end al mare, e a loro il mare glielo fai vedere solo dalla finestra dell' albergo, naturalmente. E infine: non mi danno il tormento di suoceri con cui litigare».

     

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    Il proprietario del Micdolls, Zhang Han, non ha dubbi sulle possibilità di sviluppo del settore e ha investito grandi capitali per produrre direttamente le bambole che vende nel suo negozio. Le cifre gli danno ragione: attualmente il mercato dei sex toy in Cina vale 100 miliardi di yuan (circa 15 miliardi di euro) all' anno. In omaggio alle pari opportunità, Zhang Han sta lavorando alla produzione di una bambola per donne, che avrà come principale accessorio un kit di peni intercambiabili, di colore, misura e vibrazioni diversi.

     

    Per ora, comunque, il cliente medio è un uomo tra i 30 ed 40 anni, professionista o imprenditore. Generalmente viene fatto accomodare in un elegante salotto dove gli si offre una tazza di buon tè da sorbire mentre si esplorano, con tutto il tatto e la riservatezza dovuti, i suoi gusti sessuali (e non), per poterlo guidare verso una scelta oculata del prodotto da acquistare. Le modalità ricordano molto l' acquisto di un' auto. Ma senza la possibilità di rateizzare. «Non ancora» puntualizza Zhang Han, «ma ci stiamo pensando».

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    A volte il cliente esita per ragioni etiche, ma le sue remore vengono facilmente sgretolate dagli abili venditori che sanno metterlo davanti alla necessità di scegliere il male minore: astinenza, e/o rapporti con prostitute, con tutti rischi che questi comportano, o la servizievole 156. Che, tra l' altro, ad onta del prezzo strabiliante, è anche la soluzione più economica: in un anno di «convivenza» si rientra delle spese, assicurano i venditori, risparmiando in prestazioni mercenarie o dolorosi esborsi in ristoranti e regali per conquistare un' eventuale moglie.

     

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    Che la bambola sia il male minore sembra confermato dall' atteggiamento di realistica accettazione adottato da non poche mogli di uomini lontani dalla famiglia per ragioni di lavoro. Piuttosto che saperli facile preda di avide prostitute, le consorti accettano che l' uomo risolva le sue crisi di solitudine nell' abbraccio, chiamiamolo così, di simil-silicone della 156. Né lui, né lei lo considerano un tradimento. Piuttosto un necessario rimedio omeopatico che rinforza la stabilità del matrimonio. Ci sono donne che davanti a mariti esitanti, prendono loro stesse l' iniziativa dell' acquisto.

     

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    Il fenomeno del sempre crescente ricorso alle bambole sessuali da parte degli uomini cinesi che non vedono altra soluzione ai problemi della propria arida vita sessuale - oltre a 156, c' è una pletora di altri modelli più economici - è spesso argomento di talk show, articoli, interventi sui forum online. C' è chi racconta quanto sia felice da quando convive con la sua bambola e chi mette online le foto della sua adorata Lin Lin rifornita di nuovo guardaroba, e titolare di account sul programma di messaggeria QQ, attraverso il quale può ricevere messaggi e chattare con altre 156, inevitabilmente «doppiate» dai proprietari.

     

    Weng L., che ha un «negozio specializzato» nel centro di Shanghai, racconta di clienti che «si innamorano della loro 156, le danno un nome, ne lodano la dolcezza ai colleghi, spendono un patrimonio per vestirla e accessoriarla e organizzano party con altri proprietari di bambole, con conseguenti scambi di partner».

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    C' è anche chi pensa a bandire un concorso nazionale per il titolo di Miss 156 e chi vorrebbe girare un film con una 156 protagonista. Mai niente di nuovo sotto il sole: Olimpia, irresistibile bambola-automa partorita nel XIX secolo dalla mente del narratore tedesco E.T.A.

     

    Hoffmann, continua a far strage di cuori maschili sui palcoscenici di tutto il mondo, specialmente nella versione in cui appare rivestita delle note suadenti che Jacques Offenbach compose per la sua opera incompiuta I racconti di Hoffmann. Olimpia ci solleva da tante frustrazioni senza doverla necessariamente adagiare nel nostro letto, perché la fantasia è meglio della termoplastica elastomer. E non serve neanche il consenso della consorte.

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