L. Loi. Per “il Messaggero”
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La mascherina, anche quest' anno, dovrà per forza far parte del corredo scolastico. Al pari di matite, penne e zaino. E così per il secondo anno consecutivo si entra in aula con la mascherina sul volto dalla prima elementare fino all'ultimo anno delle scuole superiori. E, almeno nei primi giorni, gli alunni si ritroveranno di nuovo alle prese con quelle dello scorso anno, acquistate dall'ex commissario straordinario Arcuri: tanto contestate e poi messe da parte, furono ben presto ribattezzate pannolini. Tanti infatti i ragazzi che, non trovandosi bene con quei laccetti troppo ampi e fastidiosi, preferirono acquistarne di nuove.
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L'OBBLIGO RESTA La disputa sulla tipologia del dispositivo di sicurezza da adottare in classe è più che mai aperta ma l'unica certezza è che, anche per l'anno scolastico 2021-2022, non se ne potrà fare a meno. Si tratta infatti di uno strumento ritenuto necessario dal Comitato tecnico scientifico: sia per la sicurezza sia per riuscire a stare il più possibile in presenza anche se non c'è lo spazio necessario.
Lo scorso anno, senza la possibilità di garantire il metro di distanza, si passò ben presto alla didattica online ma quest' anno non deve ripetersi. L'obiettivo del Governo, infatti, è riportare tutti i ragazzi tra i banchi e fare in modo che la didattica a distanza non si ripresenti come l'unica soluzione possibile.
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In base alle indicazioni del Cts, infatti, resta il distanziamento in aula ma con una sorta di deroga: devono esserci un metro tra gli studenti e due metri tra alunni e docente in cattedra ma, qualora l'istituto non avesse a disposizione lo spazio necessario, non potrà per questo mandare in dad una parte delle classi. Sarà la mascherina, infatti, a sanare il problema della carenza di aule e spazi aggiuntivi.
Ma secondo le indicazioni del Cts, riprese dal protocollo di sicurezza del ministero dell'istruzione, le mascherine devono essere di tipo chirurgico. Non ne sono ammesse altre, a parte quelle trasparenti che dovranno essere fornite ai ragazzi con disabilità, che ne fanno richiesta, per sostenere l'inclusione e la comunicazione con i docenti e il resto dei compagni.
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LA RICHIESTA Quindi, nonostante le richieste di chiarimento dei sindacati sulla possibilità di utilizzare le Ffp2, la tipologia ammessa in classe e fornita quindi dallo Stato resta la chirurgica perché per le Ffp2 l'uso prolungato non è consigliato. Ma il nodo della questione non riguarda solo le ore di lezione in classe. In molti, dal sindaco di Firenze Dario Nardella al farmacologo Silvio Garattini, auspicano l'utilizzo delle mascherine Ffp2 per i ragazzi che vanno a scuola sui mezzi pubblici.
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La struttura commissariale del generale Figliuolo sta quindi valutando la possibilità di fornire le mascherine Ffp2 agli studenti che dovranno utilizzare i mezzi pubblici per andare a scuola. Ma poi in classe dovranno indossare la mascherina chirurgica. E si torna così a quelle scelte e fornite dall'ex commissario Arcuri: gli alunni, un anno fa, le soprannominarono goliardicamente pannolini per la loro forma e per quelle stringhe larghe e arricciate da mettere dietro le orecchie.
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LA FORNITURA RESTANTE Scomode e strette, per molte famiglie finirono nel fondo del cassetto. Ma la fornitura relativa al 2020-2021 terminerà a fine settembre, quindi almeno per il primo mese di lezione i ragazzi dovranno indossare quelle dello scorso anno. E allora possono tornare in auge tutti quei video online, che rimbalzavano tra le chat dei genitori, su come modificare le mascherine fornite dalla scuola e rendere più comode, per non buttarle via. Il problema è che, per fare queste modifiche, servono forbici per tagliare e accendini per re-incollare. Una manomissione che poco ha a che vedere con la mascherina sterilizzata che garantisce la sicurezza dal virus.
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