Flavio Pompetti per "il Messaggero"
Terry McKirchy
Il giudice era stato molto generoso nel 1985 con la baby sitter Terry McKirchy. Al processo per tentato delitto e abuso aggravato nel quale la giovane ventiduenne era accusata di aver scosso il bambino di due anni in sua custodia fino a provocargli un’emorragia cerebrale, il magistrato le offrì di rinunciare alla difesa in cambio di una pena minima: in prigione solo durante il fine settimana, per i tre mesi che ancora la separavano dalla nascita del suo terzo figlio.
OLIVER DOWLING
Il giudice sapeva che le analisi mediche che le attribuivano la responsabilità per i danni causati al bambino erano contestabili, e poi temeva che lo stato di gravidanza nel quale McKirchy versava avrebbe giocato a suo favore in un eventuale processo. Scelse quindi la formula altrettanto incerta, che comunque chiudeva il caso. Trentasei anni dopo la giustizia è tornata a interessarsi dell'accaduto. L'ex bambino Benjamin Dowling è morto due anni fa al termine di una vita fatta di dolore e di isolamento.
OLIVER DOWLING
Il procuratore che ha ripreso in mano il fascicolo in Florida ha convinto una giuria popolare che c'è un legame diretto tra il maltrattamento subito da neonato e il decesso, aiutato dai progressi scientifici che possono stabilire con sicurezza questo nesso. La procura di Miami ha istruito un nuovo processo contro McKirchy e ne ha ordinato l'arresto in Texas, dove la donna vive oggi. Questa volta l'accusa è di omicidio di primo grado, un reato che nello stato del sud può comportare la pena di morte.
OLIVER DOWLING E I GENITORI
Rae, la mamma di Benjamin, si rese subito conto che qualcosa di grave era successo al suo bambino quando tornò a casa dal lavoro, quella sera di 36 anni fa. I suoi pugni erano serrati, e il corpo flaccido, senza vita. Lo portò di corsa in ospedale e qui ricevette la conferma dell'emorragia causata da scosse violente, e che i danni subiti erano irreversibili.
I GENITORI
«Nostro figlio non ha mai avuto l'opportunità di vivere la sua vita. - lamenta oggi Rae con suo marito Joe Dowling, i genitori di Benjamin - Non ha mai strisciato a gattoni, tantomeno camminato e potuto comunicare con la parola. Ogni volta che lo sentivamo urlare dovevamo cercare di indovinare se era per il dolore, o per qualche altro motivo a noi sconosciuto. Non ha mai saputo quanto lo abbiamo amato, né ha avuto modo di esprimere il suo amore».
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Due anni fa i genitori hanno sentito la morte del figlio non come una liberazione, ma come un grido rinnovato per la richiesta di giustizia. Terry McKirchy d'altra parte torna a tremare. Si è sempre professata innocente, e dice di aver accettato il negoziato nell'85 solo per scrollarsi di dosso il peso di una storia che la stava soffocando. A distanza di tanto tempo, quel fantasma oggi torna a minacciare di seppellirla in galera.
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