Estratto dell'articolo di Fulvia Caprara per lastampa.it
jane fonda
L’ultima lotta riguarda il cambiamento climatico, ma nella vita di Jane Fonda, protagonista ieri al Festival di un incontro aperto a un pubblico entusiasta e intergenerazionale, combattere, credere nelle proprie idee, trasmetterle agli altri, è regola di vita applicata fin dagli esordi, quando era una fantastica bionda, figlia d’arte, spregiudicata e ribelle: «Oltre al lavoro e alla carriera, per me ci sono sempre state tante altre cose, non mi sono mai sentita parte del meccanismo hollywoodiano, per andare avanti c’è bisogno di significati».
robert redford jane fonda
Lei ne ha trovati tanti, spesso grazie ai film interpretati, ma soprattutto grazie a una caratteristica che le appartiene nel profondo: «Il mio segreto? Non ne ho. Anni fa mi sono rivolta alla chirurgia plastica, ma non ne vado orgogliosa. Oggi ho semplicemente un bravo truccatore, per il resto dormo, cammino, e sono molto curiosa, la curiosità è fondamentale». Un anno fa Fonda ha lanciato, con Greenpeace Usa, il Jane Fonda Climate Pac, destinato a osteggiare gli alleati politici dell’industria dell’energia fossile: «Non dobbiamo perdere tempo né aspettare di vedere con i nostri occhi le conseguenze tragiche dei comportamenti sbagliati nei confronti di clima e natura. Non è solo importante protestare, dobbiamo impadronirci del potere, imparando a bocciare leader che non si occupano adeguatamente dell’ecosistema».
robert redford jane fonda
Femminista e pacifista dai tempi della guerra in Vietnam, Fonda ha passato in rassegna, durante l’incontro, la sua intera carriera, dalla parodia western del ’65 Cat Ballou alla commedia evergreen A piedi nudi nel parco al fianco di Robert Redford («Ero innamoratissima di lui, ma non voleva mai baciarmi sul set»), da Sindrome cinese a Una squillo per l’ispettore Klute, affrontato dopo un’immersione totale nel mondo della prostituzione, fino a Sul lago dorato, ultima prova del leggendario padre Henry. Ogni set è stato occasione per conoscere, indagare, scoprire: «Oggi il mio progetto più importante è fare solo film che costituiscano una vera sfida». Il MeToo, secondo Fonda, «ha fatto la differenza, ma la strada è ancora lunga, non è affatto finita. Essere aggredite e poi non essere credute è uguale a subire due volte violenza».
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