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    IN FRANCIA È NATA UNA NUOVA CATEGORIA: I PREMIER DI UN’ORA – LA SINISTRORSA LUCIE CASTETS VIENE INDICATA DAL NUOVO FRONTE POPOLAR ECOME CANDIDATA PRIMO MINISTRO, MA VIENE BOCCIATA NEL GIRO DI SESSANTA MINUTI DA MACRON: “NON È UNA QUESTIONE DI PERSONALITÀ MA DI MAGGIORANZA” – I LEADER DI SINISTRA SONO FURIBONDI CONTRO IL PRESIDENTE, CHE VUOLE PRENDERE ALTRO TEMPO PER FAR NASCERE UNA MAGGIORANZA CON LA DESTRA REPUBBLICANA. L’ALTERNATIVA? UN GOVERNO TECNICO O LE DIMISSIONI, MA TUTTO DOPO LE OLIMPIADI…


     
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    Estratto dell’articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”

     

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    Emmanuel Macron non ha neppure pronunciato il suo nome mentre in tv ne bocciava la candidatura — «non è una questione di personalità ma di maggioranza» —, eppure Lucie Castets vuole crederci.

     

    Dopo oltre due settimane di litigi i quattri partiti di sinistra (insoumis, socialisti, ecologisti e comunisti) del Nouveau front populaire si sono trovati d’accordo nel proporre lei come nuova premier francese, e la 37enne nata a Caen (Normandia), da pochi mesi direttrice delle finanze del comune di Parigi, si dice pronta.

     

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    […] I francesi si sono abituati, negli ultimi anni, a primi ministri sconosciuti appena prima di essere nominati: da Edouard Philippe, nel 2017 oscuro sindaco di Le Havre, al suo successore, il funzionario Jean Castex. Ma in quanto a scarsa notorietà, Lucie Castets batte in effetti ogni record.

     

    Tanto che nei corridoi dei palazzi parigini è girata subito la voce che i quattro partiti avessero trovato l’intesa su di lei perché candidata perfetta da sacrificare: il nome da tirare fuori un’ora prima dell’intervista di Macron in tv, giusto per metterlo in imbarazzo, farsi dire di no, e salvarsi la coscienza mostrando di essere stati capaci di indicarla, alla fine, una candidatura unitaria per Matignon.

     

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    È una ricostruzione credibile, ma è possibile comunque che per almeno qualche giorno o settimana Lucie Castets darà filo da torcere, e che non tornerà nell’anonimato dal quale è uscita alle 19 di un martedì sera. Il presidente dice che darà l’incarico, una volta finiti i Giochi, intorno a Ferragosto, a qualcuno che sia espressione di una maggioranza in grado di governare, ed è vero che il Nouveau front populaire con i suoi soli 180 seggi su 577 può fare poco.

     

    Ma è anche vero che per adesso altre coalizioni più solide non se ne vedono: Macron vorrebbe che il suo blocco centrista si alleasse con la destra, ma in quel caso avrebbe bisogno anche di almeno la metà dei seggi socialisti, una trentina di deputati che per il momento non danno alcun segnale di voler tradire il Nfp.

     

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    I leader del Front sono furibondi contro Macron: «Un forsennato barricato all’Eliseo» (Manuel Bompard, La France insoumise); «È come mio figlio di 5 anni quando bara a Monopoly Junior» (Marine Tondelier, ecologista). A medio termine, c’è chi pronostica un governo tecnico a settembre o le dimissioni di Macron se la paralisi dovesse continuare. Nel breve periodo, i francesi imparano a conoscere Lucie Castets e il suo curriculum fatto di ottime scuole, passione per il calcio e difesa del servizio pubblico.

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