Estratto dell'articolo di Francesco Grignetti per “la Stampa”
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Italiani, brava gente, ma con il porto d'arma. Gli ultimi dati ufficiali dicono che sono 1.222.537 le licenze di porto d'armi […] quasi una metà di quelli con porto d'armi, pari a 543.803 licenze, sono di uso sportivo. Il resto sono 600mila cacciatori, 33mila guardie giurate e poi 12.500 persone che hanno un porto d'arma per difesa personale. […] E si stima che ci siano in circolazione almeno 10 milioni di pistole.
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Una licenza per il porto d'armi, peraltro, dura 5 anni, va rinnovata in prefettura, occorre una certificazione medica, e dal 2021 c'è stata anche una minima stretta in quanto non è più possibile avere armi per chi sia stato sottoposto a un Trattamento sanitario obbligatorio. Accadeva infatti anche questo: che i prefetti, per motivi di privacy, non potessero avere accesso ai dati sanitari dei richiedenti. […]
Chi si occupa di sicurezza ritiene che sia un errore strategico diffondere le armi. Poco tempo fa, Domenico Pianese, segretario generale del sindacato Coisp: «È più che mai necessario rivedere e irrigidire i criteri di assegnazione dei porto d'arma e dei nullaosta all'acquisto ai privati cittadini».
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Già, perché molti hanno un semplice nullaosta, il che permette loro tranquillamente di tenere le armi in casa. «E mentre il porto d'armi viene concesso in seguito a un'istruttoria, e in casi di necessità comprovata, il nullaosta all'acquisto è molto più semplice da ottenere dal momento che decadono i requisiti della straordinarietà. Con un nullaosta è possibile acquistare in una qualsiasi armeria fino a sei fucili, due pistole e 1.500 proiettili da tenere in casa».
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[…] Un altro dato salta agli occhi: il Censis recentemente ha sondato le paure degli italiani e ha scoperto che il 9,6% dei residenti ritiene di dover difendere la propria abitazione con un'arma da fuoco. Sono circa 4 milioni di persone. Molte più di quelle autorizzate dal ministero dell'Interno. Palesemente è da questo bacino che vengono fuori i 543mila che dichiarano un uso sportivo e vanno regolarmente ad addestrarsi al poligono.
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[…] L'allarme è carsico e riemerge ad ogni tragedia. Due anni fa, ci fu un triplice allucinante delitto ad Ardea, terminato con il suicidio dell'assassino, un giovane con palesi problemi psichici. Quella storia fece rabbrividire l'Italia perché furono uccisi due bambini al parco. Quella volta, il giovane Andrea Appignani si era impadronito dell'arma del padre […].
«In un Paese con 10 milioni di pistole e una crisi sociale già grave da anni, acuita dalla pandemia, un'Italia spaventata e armata, quante Ardea rischiamo nei prossimi tempi?», si domandava con angoscia Luca Di Bartolomei, figlio di Agostino, lo storico capitano della Roma suicidatosi nel 1994, che al fenomeno delle armi ha dedicato un libro, «Dritto al cuore».