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    IN MORTE DI DETTO MARIANO, COLONNA SONORA DELL'ITALIA QUANTO UN MORRICONE O UN BACALOV, MA SENZA LA LORO NOTORIETÀ. HA FATTO CANTARE PRIMA CELENTANO E POI BATTISTI. SUE ANCHE LE MUSICHE DI 'DRIVE IN' - SI OPPOSE ALL'IDEA DEL 'MOLLEGGIATO' DI INCIDERE SUL TETTO DELLA CASA DISCOGRAFICA, IN PIAZZA CAVOUR A MILANO. ERA IL 1966, IN ANTICIPO DI TRE ANNI SUI BEATLES A SAVILE ROW - VIDEO


     
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    Luigi Bolognini per “la Repubblica”

     

    Ha fatto cantare prima Adriano Celentano ( Il ragazzo della via Gluck) e poi Lucio Battisti per cui arrangiò Mi ritorni in mente, 7 e 40 e Acqua azzurra acqua chiara. Ma ha scritto o arrangiato anche canzonette epocali di Don Backy ( L' immensità, Casa bianca), Equipe 84 ( Tutta mia la città), Bobby Solo ( Zingara, Domenica d' agosto) e Mina ( Insieme).

     

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    Quindi Mariano Detto, in arte Detto Mariano, fece cantare i bambini degli anni 70 e 80 con sigle come Gundam, L' ape Magà, Mazinga Z, Sì buonasera, le musiche di Drive In e di film come Eccezzziunale veramente di Carlo Vanzina e Ratataplan di Nichetti. Insomma, per 60 anni degli 82 che è vissuto (ieri la morte per coronavirus a Milano) è stato colonna sonora dell' Italia quanto un Morricone o un Bacalov, ma senza la loro notorietà. Tuttavia non misconosciuto: Leone d' oro alla carriera a Venezia 2006.

     

    Nato nelle Marche, trapiantato in Piemonte nell' Italia che mordeva il boom come una mela, nel 1960 ebbe «la mia "sliding door" - disse - nel giro di uno, massimo due secondi cambiò totalmente la mia vita musicale».

     

    Ovvero si trovò commilitone, nel 7° Artiglieria di Torino, di Adriano Celentano che ne fece il capo dei Ribelli, la sua band, dove si integrò col talento e un carattere che Ricky Gianco, musicista storico del Clan di Celentano, definisce «docile e disponibile: era l' amico di tutti. Soprattutto di Adriano, di cui era il primo ad assecondare ogni decisione, ma pure smettere di provare una canzone e andare a giocare a biliardo. Anche se poi Adriano perdeva perché non sapeva usare la stecca. E se io incidevo Pregherò, versione italiana di Stand by me, con un bellissimo arrangiamento di Mariano, poi la canzone passava comunque ad Adriano».

     

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    Non facile, d' altronde, star accanto a un carattere così forte e infatti tanti uscirono dal Clan. Finché Mariano Detto, diventato Detto Mariano per un gioco di parole molto celentanesco, resistette, ecco canzoni come Sei rimasta sola e Il ragazzo della via Gluck. E Mondo in Mi 7, «dove Mariano - ricorda il batterista dei Ribelli Gianni Dall' Aglio, primo a dare la notizia ieri - si oppose all' idea di Adriano: inciderla sul tetto della casa discografica, in piazza Cavour a Milano, coi rumori delle auto in sottofondo. Era il 1966, sarebbe stato in anticipo di tre anni sul concerto dei Beatles a Savile Row». Nel 1967 il divorzio e l' attività da battitore libero, anche per il primo Battisti: «Mogol, suo produttore, mi fece arrangiare Balla Linda, Io vivrò (senza te), Dieci ragazze, Fiori rosa fiori di pesco... Ammappete che bella esperienza!».

     

    Ma nel 1971 Mariano incontrò per caso Celentano a Venezia, lo spennò di 1 milione 300mila lire a poker e nacquero la pace e Prisencolinensinainciusol e Yuppi du. E da lì si diede alle colonne sonore, tra cui Ratataplan di Nichetti («bel coraggio - ammette il regista - era un film stralunato di uno sconosciuto, lui ci fece musiche dolci, in contrapposizione alle gag, funzionarono benissimo»). E poi Eccezzziunale veramente con Abatantuono, Il ragazzo di campagna con Pozzetto e tutti i Castellano & Pipolo.

    Fino a Tutte le migliori, il disco di Mina e Celentano del 2017.

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    «Era uno psicologo - spiega Dall' Aglio - faceva da collante tra l' estro di un artista a volte esuberante, come Battisti o Celentano, e il pubblico.

     

    Era un mediatore, e sempre con l' ironia e con gran senso melodico: l' intro di Mi ritorni in mente è così bella che quasi, si fa per dire, rende inutile la canzone». L' interessato però aveva un' altra risposta: «Quando mi sento in difficoltà parlo col mio personale maestro, tale Wolfgang nato a Salisburgo nel 1756: "Ma come cavolo facevi ad essere così profondo e semplice contemporaneamente?". Mozart ogni tanto in sogno me lo dice. Quante volte ci ha azzeccato! Sulla profondità non sono sicuro, ma su semplicità e immediatezza sì».

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