Estratto dell'articolo di Davide Carlucci per www.repubblica.it
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C’era una volta il timballo in spiaggia. E il cocomero fresco da mettere sotto la sabbia, la parmigiana, le bibite fresche già pronte con acqua e orzata, menta o amarena. […]
E così, oggi, nei lidi in Puglia non si transige: lasciate ogne pietanza, voi ch’intrate, lo stabilimento è a suo modo una città dolente, nel senso che ha le sue regole e la sua ristorazione interna, e spesso sono dolori per i portafogli, con l'insalata di mare che parte da 12 euro ma può raggiungere anche i 20. Intransigenti controllori verificano gli accessi sospetti e, se scorgono la famigliola con la borsa termica, achtung, verboten!, ordinano di lasciare l’intruso alimentare all’ingresso.
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Ma nell’estate del 2023, quella che sta rivelando al mondo una regione senza più freni inibitori nel presentare il conto ai clienti, c’è chi reagisce ed è pronto a ricorrere alle vie legali contro questo nuovo andazzo.
“Semplicemente non lo possono fare. Non ne hanno l’autorità – tuona Dario Duso, avvocato e attivista del Codacons a Bari – e se per questa stagione ormai è tardi, perché i tempi della burocrazia non ci consentirebbero di intervenire in tempo utile, dall’anno prossimo diffideremo chiunque si azzardi a proibire ai bagnanti di accedere al demanio con il proprio cibo”.
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L’associazione ha appena concluso un’indagine sui costi dei lidi nel Barese. Si va dai 30 euro del Mar Village di Giovinazzo ai 100 euro in prima fila a Lido Santo Stefano a Monopoli, dai 418 euro di abbonamento quindicinale a Lido Calarena a Mola ai 180 euro mensili di Lido Nettuno a Molfetta. “Alla fine, però – è l’analisi di D’Urso - una semplice domenica al mare per una famiglia barese costa intorno ai 250-300 euro. E questo perché non si sono posti limiti ai privati, che ti fanno pagare fino a 25 euro un’insalata e lasciano sempre meno spazio alle spiagge libere, nonostante paghino canoni concessori esigui. Se poi si mettono anche a vietare di portare da mangiare ai bagnanti, davvero si supera ogni limite”.
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I gestori degli stabilimenti confermano che qualche divieto c’è, ma i controlli, assicurano, non sono così ferrei. “I frigoriferi rigidi non li consentiamo per le riunioni di gruppo – spiega Michele Colella, direttore del Lido Calarena, gestione familiare dal 1934 – se capita qualcuno che ce l’ha, lo preghiamo di lasciarlo in direzione. Picnic e tavolate non sono possibili, qui da noi. Però se uno si porta il cibo porzionato, la piccola borsa frigo o la bibita chiudiamo un occhio”. […]
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