Roberto Pellegrino per “il Giornale”
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Madrid Non se ne poteva e non ne potevano più. Cinque settimane chiusi nell' unico spazio esistenziale disponibile: le pareti di casa, o il balcone, e per chi ha fortuna un bel terrazzo, era davvero un grande sacrificio, a 6 come a 14 anni. Ieri, uno dei padri di Spagna, il premier Sánchez ha deciso di liberare i bambini dalla clausura cautelare dalle 9 alle 21. Il dl, che dovrà passare al Congreso già oggi, si era arenato sulla definizione di bambino.
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Grazie all' intervento dei giudici, in Spagna dove una quindicenne può abortire senza il permesso dei genitori (sotto tutela di un magistrato), un bambino è considerato chi ha dai 12 anni in giù. Così, dal prossimo 27 aprile, data in cui sarebbe dovuta terminare la prima hibernacíon, (spostata fino al 10 maggio), non solo i 12enni, ma anche i 14enni potranno tornare a sgranchirsi le gambe in un giardinetto per un massimo di un' ora e a una distanza di mille metri da casa. Senza mascherina e senza guantini. Mentre il genitore che accompagnerà i minori (massimo tre per adulto, meglio in strada col guinzaglio toracico infantile) dovrà usare le solite precauzioni.
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Tuttavia nell' annunciare la liberazione dei minori, Sánchez non ha voluto precisare alcuni dettagli che dovranno essere discussi con le altre sedici autonomie spagnole che, in questi mesi, hanno dimostrato di non essere d' accordo, in pratica, su niente di ciò che dice Madrid.
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Non è stato stabilito se preferire la mattina o il pomeriggio per dare aria ai minori, come invece è stato deciso per chi è ritornato in ufficio una settimana fa. La Catalogna, la comunità più riottosa, chiede un' ora d' aria al mattino e una al pomeriggio. E già dice che farà così, benché Madrid e i Paesi Baschi, altra terra allergica al centralismo, chiedono la presenza di entrambi i genitori durante la passeggiata dei minori, quando è possibile, se non è «diseducativo». Ammessi anche i conviventi.
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La Castilla y Leon, invece, protesta per il permesso ai bimbi di portare i giochi ai giardinetti: «Possono essere veicolo di diffusione del virus», ha avvisato un medico a Radio Cadena Ser. «I più piccoli sono portati, non solo a scambiarsi i giochi, ma a toccarli con la bocca, esponendosi a rischio di contagio».
Infatti in Cantabria premono per far giocare i bimbi da soli con mascherine e guantini. E vogliono lo scaglionamento in base all' età: prima i neonati, poi quelli tra 2 e 5 anni, poi quelli tra i 6 e gli 8, e poi il resto. Qualche consigliere compila già i turni.
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In questo mare agitato d' incertezze dove ogni comunità fa per sé, poi, mancano i controllori. Impossibile.
Sánchez si è appellato alla responsabilità di ogni singolo spagnolo. Ma si continua a discutere e litigare su tutto.
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