Walliserkanne di Zermatt, ristorante no vax in Svizzera
(ANSA) - In Svizzera una persona su due si dice favorevole ad imporre il confinamento alle persone non vaccinate contro il Covid. Secondo un sondaggio pubblicato oggi dal Sonntagsblick, l'idea è appoggiata dai due terzi delle persone tra i 60 e i 79 anni, riferisce l'agenza Keystone-Ats.
Il sondaggio dell'istituto Link si basa su un campione di 1.000 persone intervistate. Il 47% si è detto contrario al confinamento per i non vaccinati, mentre il 3% non ha un'opinione. L'ipotesi di un lockdown per tutti è invece respinta dall'80% degli intervistati. La metà degli svizzeri e delle svizzere è inoltre favorevole alla vaccinazione obbligatoria.
Due terzi degli svizzeri approvano anche l'introduzione della cosiddetta regola del certificato 2G (dal tedesco "geimpft" e "genesen", ossia vaccinati o guariti), annunciata venerdì scorso dal governo. In base a queste ultime decisioni dell'esecutivo federale, per far fronte alla pandemia, da lunedì soltanto i vaccinati e i guariti potranno accedere a ristoranti, cinema, centri fitness e musei.
VACCINAZIONE CORONAVIRUS
Ieri, circa 300 persone hanno manifestato a Berna contro le nuove misure. L'azione è stata pubblicizzata sui social media come una "grande manifestazione spontanea" contro la diffusione del "certificato 2G". Lo scorso 28 novembre, gli elettori elvetici avevano approvato (con il 62% di sì) la modifica della legge Covid-19, che aveva tra l'alto creato le basi legali per il certificato Covid locale (green pass). Allora, si trattava del certificato 3G, per vaccinati, guariti o con un test negativo.
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