PROTESTE CONTRO IL REFERENDUM IN TURCHIA
Mo.Ri.Sar. per il Corriere della Sera
«Siamo i soldati di Mustafa», gridano centinaia di giovani che si sono dati appuntamento a piazza Kartal, nel quartiere di Besiktas, per protestare contro le irregolarità, denunciate dall' opposizione e dagli osservatori dell' Osce, che sarebbero avvenute nel referendum costituzionale di domenica scorsa in cui i sì hanno vinto di stretta misura.
«La commissione elettorale è ladra», «Il no ha vinto», «Chi non salta Tayyip è» sono gli slogan urlati mentre risuonano le pentole come ai tempi di Gezi Park. Dall' altra parte del Bosforo, nella parte asiatica, le donne marciano compatte a Kadikoy tra le bandiere viola che richiamano la battaglia femminista.
PROTESTE CONTRO IL REFERENDUM IN TURCHIA
«Ora basta - dice Sebnem, capelli biondi e sguardo deciso - questa è una vergogna. Ha vinto il no, non c' è commissione elettorale che tenga. Noi questo voto non lo accettiamo». È il terzo giorno di fila che i sostenitori dell' Hayir (no) scendono in piazza a Istanbul, Ankara e in altre città della Turchia.
Ieri il principale partito di opposizione, il Chp, ha presentato ricorso formale alla Commissione elettorale suprema per l' annullamento del referendum e la sua ripetizione dopo la contestata decisione di ammettere come valide le buste non timbrate dagli scrutatori. E se, come è probabile, l'istanza sarà bocciata il presidente del partito Kemal Kiliçdaroglu ha già detto di essere pronto a ricorrere alla Corte europea dei diritti dell' uomo: «Questo è un colpo di Stato contro la volontà nazionale».
PROTESTE CONTRO IL REFERENDUM IN TURCHIA
Intanto il presidente turco incassa le prime congratulazioni. Quella che fa più scalpore è la cordiale telefonata di Donald Trump, non proprio in sintonia con la cautela espressa del Dipartimento di Stato americano che, preso atto del voto, lunedì aveva invitato Ankara a non reprimere l' opposizione.
Poche ore dopo anche il presidente russo Vladimir Putin rende omaggio al leader turco mentre, al contrario, l' Europa, per bocca del portavoce Margaritis Shinas, esorta la Turchia a indagare «le presunte irregolarità», denunciate lunedì anche dall' Osce che ha parlato di 2,5 milioni di voti dubbi, una cifra che metterebbe in discussione il risultato elettorale visto che lo scarto tra i sì e i no è di un milione e trecentomila voti.
PROTESTE CONTRO IL REFERENDUM IN TURCHIA
Parole non gradite da Ankara. Il ministro per gli Affari europei, Omer Celik, ha chiesto che l'Europa rispetti i «processi democratici» in Turchia. E lo stesso Erdogan, in un' intervista alla Cnn , ha accusato l'Ue per lo stallo nei negoziati sull' adesione: «Ci hanno fatto attendere alla porta per 54 anni», si è lamentato. Il Sultano non ci sta ad essere dipinto come un dittatore: «Dove esiste la dittatura - fa notare - non è necessario avere un sistema presidenziale. E io non sono eterno».
TURCHIA - SOSTENITORI DI ERDOGAN TURCHIA - SOSTENITORI DI ERDOGAN TURCHIA - SOSTENITORI DI ERDOGAN ERDOGAN TRUMP