Giuliano Balestreri per https://it.businessinsider.com/
l'esordio di christine lagarde alla guida della bce 4
Il 26 luglio 2012, l’ex presidente della Bce, Mario Draghi, pronunciò il suo discorso più celebre: “Faremo tutto il necessario per preservare l’euro. E credetemi, sarà sufficiente”. Parlava a braccio, senza mostrare preoccupazione e senza sorridere: indossava la sua “poker face”. E i mercati esplosero: in due giorni Piazza Affari recuperò quasi il 10% facendo calare lo spread di 70 punti e spingendo gli acquisti anche a Francoforte. La decisione con cui Draghi parlò ai mercati costrinse le cancellerie europee a seguire la linea: “Faremo tutto il necessario” dissero all’unisono, il giorno dopo, Parigi e Berlino. Allora l’esistenza stessa dell’euro era minacciata dalla crisi del debito sovrano.
sarkozy lagarde merkel
Il 12 marzo 2020, la presidente della Bce, Christine Lagarde, ha pronunciato un discorso imbarazzante sottolineando a più riprese come “lo spread” non sia un problema della Bce. Una posizione che ricalca quella della Germania, da sempre contraria alle politiche di Draghi, e che definisce il Qe2 un rischio per la democrazia tedesca. A differenza di Draghi, Lagarde non ha nascosto la propria partigianeria facendo crollare i mercati (compresa la Borsa di Francoforte): lo spread è schizzato e in tre sedute, Piazza Affari ha bruciato quasi 100 miliardi di euro.
CONTE LAGARDE
“La comunicazione è uno strumento fondamentale per chi ha un ruolo pubblico. Le ricadute, positive o negative, di una decisione comunicata male possono essere devastanti” spiega Nicola Bonaccini, docente di comunicazione pubblica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri che poi aggiunge: “Le macro parole con cui possiamo definire l’intervento di Lagarde sono inadeguatezza e impreparazione”.
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Anche perché dopo l’esplosione dell’emergenza coronavirus, tutti si aspettavano il bazooka della Bce. Ma gli analisti più che a un intervento reale, guardavano alle scelte comunicative di Lagarde. “Ogni parola – spiega l’esperto – viene pesata con grande attenzione. Chi è al vertice di organizzazioni importanti come la Bce deve essere consapevole che ogni affermazione condizionerà l’opinione pubblica. Se ignori questo concetto basilare allora sei impreparato. La colpa, ovviamente, non è solo di Lagarde, ma anche di chi la circonda: è il suo staff che dovrebbe pensare al minuto successivo al suo discorso”.
mario draghi christine lagarde
Bonaccini, però, non può fare a meno di sottolineare come la comunicazione di Lagarde abbia messo a nudo l’atteggiamento di Francia e Germania nei confronti dell’Italia: “Il ritornello è sempre lo stesso, ma un conto sono i politici, un conto è l’intervento della Bce che, invece, dovrebbe essere garante del sistema euro. Quando però ci si è resi conto che il problema è globale allora sono stati mitigati i toni. Di certo adesso ci rendiamo conto di che valore aggiunto fosse Draghi alla Bce: non solo per la sua caratura e le attenzioni che aveva verso il nostro Paese, ma soprattutto per la sua capacità comunicativa. Il valore dei leader è anche nel sapere prendere decisione che non appaiano mai di parte, anche quando potrebbero esserlo. Draghi ha sempre adottato in maniera impeccabile questo principio”.
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Per l’esperto alla presidenza del consiglio dei ministri è cruciale comunicare in modo chiaro e univoco: “Chi non riesce a farlo perde parte della propria capacità di governo. Sia politico che monetario. I cittadini, così come i mercati, devono essere informati tempestivamente e correttamente. Senza ambiguità e senza lasciare margini d’interpretazione. Per questo, di solito, aziende, ma anche istituzioni, quando preparano importanti campagne chiedono agli esperti di studiare alcuni scenari successivi per essere pronti a reagire nel migliore, ma anche nel peggiore dei casi”.
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