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    AL BOTTEGHINO VINCE, OVVIAMENTE, IL FILM PIÙ CAFONE, “NELLA TANA DEI LUPI” CON IL BISTECCONE GERARD BUTLER E IL RAPPER 50 CENT, CON 934 MILA EURO - ALBANESE È PRIMO DEGLI ITALIANI CON 443MILA - ECCO I PAPABILI PER CANNES - NEGLI USA “BLACK PANTHER” DIVENTA IL TERZO INCASSO DI OGNI TEMPO, E IL BELLISSIMO FILM DI FANTASCIENZA ‘A QUIET PLACE’ DI JOHN KRASINSKI, DOVE GLI ALIENI TI SI PAPPANO ANCHE SE FAI UN RUMORINO, CON 50 MILIONI DI DOLLARI SUPERA LA REALTÀ VIRTUALE DI SPIELBERG


     
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    Marco Giusti per Dagospia

     

    nella tana dei lupi nella tana dei lupi

    Mentre Black Panther diventa il terzo incasso del cinema americano di ogni tempo, 665 milioni di dollari, alla faccia di Salvini, e il bellissimo film di fantascienza A Quiet Place di John Krasinski, quello dove gli alieni ti si pappano anche se fai un rumorino, alla sua prima settimana, con 50 milioni di dollari supera facilmente la realtà virtuale di Spielberg, Ready Player One, da noi vince, ovviamente, il film più cafone, Nella tana dei lupi di Christian Gudegast con il bisteccone Gerard Butler e il rapper 50 Cent, 934 mila euro.

     

    Questa modesta versione coatta di Heat di Michael Mann batte da noi sia Ready Player One alla sua seconda settimana, 845 mila euro, che il notevole A Quiet Place, 398 mila euro. Primo dei film italiani è Contromano di Antonio Albanese, terzo in classifica con 433 mila euro grazie agli incassi di sabato e domenica, ma per i film italiani è un’altra settimana di tragedia. Il teen movie Succede, diretto da Francesca Mazzoleni alla sua opera prima e tratto dal fortunato romanzo della youtubber Sofia Viscardi incassa solo 272 mila euro. Un pianto.

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    E, va detto, che è diretto piuttosto bene, c’è una Milano inedita e la protagonista è molto indovinata. Io c’è di Alessandro Aronadio arriva a soli 220 mila euro, mentre Bob e Mary e Quanto basta non figurano tra i primi dieci incassi. Ahi. Tra i film americani funzionano benino I misteri di Wind River con 364 mila euro, e tiene bene Tonya, che incassa questa settimana 327 mila euro. Molto più in basso l’altrettanto notevole Charley Thompson, che esce questa settimana anche in America e che i cinefili non dovrebbero perdere.

     

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    In America, quindi, dietro A Quiet Place coi suoi 50 milioni di dollari, troviamo Ready Player One di Steven Spielberg con 25 milioni, un totale americano di 96 e globale di 391, grazie agli incassi cinesi. Terzo è la commedia Blockers, opera prima di Kay Cannon con John Cena e Leslie Mann, 21 milioni di dollari. Quarto Black Panther, 8,4, con un totale americano di 665 milioni e globale di 1 miliardo 229 milioni.

     

    Tra i nuovi arrivati segnaliamo Chappaquiddik di John Curran, 6,2 milioni, dedicato allo scandalo che coinvolse Ted Kennedy quando in un incidente d’auto trovò la morte una sua collaboratrice e amante. Poi The Miracle Season di Sean McNamara con Helen Hunyt, 4,1. Uscite mirate per You Were Never Really Here di Lynne Ramsay con Joaquin Phenix, 129 mila dollari per tre sale, Charley Thompson, 50 mila dollari per quattro sale, il fantascientifco The Endlesse di Justin Benson e Aaron Moorhead, 8 mila euro per una sala, ecc.

     

    antonio albanese antonio albanese

    Sarà una settimana interessante per il cinema, visto che il 12 si sapranno finalmente i film di Cannes. Dall’Italia dovrebbero arrivare Loro di Paolo Sorrentino, probabilmente in concorso, Dogman di Matteo Garrone, oltre ai nuovi film di Alice Rohrwacher e Valeria Golino. Ma le scelte, come sappiamo bene, possono cambiare fino al giorno prima. Potrebbe entrare anche Suspiria di Luca Guadagnino, Soldado di Stefano Sollima.

     

    Tra i tanti film in attesa troviamo le nuove opere di Lars Von Trier, Jacques Audiard, Olivier Assayas, Claire Denis, Naomi Kawase, Bilge Ceylan, Terry Gilliam, Alfonso Cuaron, Karyn Kusama, Jennifer Kent. Alcuni, come Von Trier, Gilliam, si dicono sicuri a Cannes, mentre altri, Dolan, Denis, Guadagnino, a Venezia. Ma il problema vero è proprio la competizione con Venezia, visto che gli Oscar vinti dai film veneziani scelti da Alberto Barbera rende il nostro festival decisamente più appetibile e forte per i grandi film da Oscar, mentre Cannes appare assai più rischiosa. Al punto che non saranno pochi i registi che opteranno per Venezia piuttosto che rischiare a Cannes. 

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