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    VERGOGNA NEL SOTTO-SCALA - INCREDIBILE A MILANO: I BALLERINI DELLA SCALA SCIOPERANO PER UNA “GRATIFICA EXTRA” A CAUSA DELLA PENDENZA DEL PALCOSCENICO! (A QUANDO UN EXTRA PER METTERSI LA CALZAMAGLIA?) - BATTONO CASSA ANCHE I CORISTI: CHIEDONO L’INDENNITA’ DA 600 EURO (A RECITA) PER I “PIEGAMENTI” DELLE LORO TESTOLINE A RITMO DI MUSICA - LA DIREZIONE (SENZA UN EURO IN CASSA) RISPONDE PICCHE E SALTA IL “ROMEO ET JULIETTE” DI DOMANI…


     
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    1 - LO SCIOPERO ANTI-DANZA DEI BALLERINI ALLA SCALA
    Giangiacomo Schiavi per il "Corriere della Sera"

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    È quasi surreale, di questi tempi, battere cassa per difendere qualche privilegio, ma il corpo di ballo della Scala ha varcato i confini dell'impossibile: ha chiesto una gratifica extra per fare quello per cui era pagato. Il coro ci ha aggiunto un carico da undici: un'indennità per i piegamenti. Devono accompagnare con l'inclinazione della testa le note musicali, una fatica aggiuntiva che i sindacati ritengono prestazione speciale.

    Tradotto in moneta, fanno seicento euro in più a persona per le recite di Roméo et Juliette, il balletto che inaugura la stagione di danza del teatro. Ah, c'è anche questo: i danzatori rivendicano un surplus perché devono muoversi in pendenza. La pedana scelta dal coreografo Sasha Waltz provoca dolori alle caviglie e ai tendini. Messa con le spalle al muro, la direzione della Scala tratta, media e alla fine, per non cadere nel ridicolo, non cede.

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    Così, un laconico comunicato avverte che la recita di Roméo et Juliette di domani non potrà andare in scena causa sciopero. Coristi e danzatori rivendicano il diritto alla gratifica per quella che ritengono una prestazione speciale. Siamo al teatro dell'assurdo. Non bastavano l'indennità armi finte dell'Arena di Verona e il pagamento extra per le parole straniere concesso al San Carlo di Napoli: oggi c'è anche l'indennità per potersi piegare. Di questo passo si potrà chiedere un extra per indossare la calzamaglia o restare sospesi sulle punte. Ma qualcuno, guardando a quel che accade fuori dalla Scala, senza offendere la nobiltà del lavoro artistico, non si vergogna un po' di questa vertenza surreale?

    2 - SCIOPERO ALLA SCALA: IL CORO BOCCIA LA DANZA E I BALLERINI LA PEDANA
    Annachiara Sacchi per il "Corriere della Sera"

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    Danzare facendo attenzione alle pendenze «pericolose». Cantare in costume, senza spartito, ballando. Praticamente recitare. Spettacolo «complicato», il Roméo et Juliette, balletto con la coreografia di Sasha Waltz che avrebbe dovuto inaugurare domani la stagione di danza della Scala e che invece è stato cancellato da uno sciopero. Protestano sia il coro, sia il corpo di ballo: la «prestazione speciale» dei lavoratori - aggiungere alla voce il movimento imparando la parte a memoria nel caso dei cantanti, muoversi in pendenza in quello dei danzatori - non è stata riconosciuta dal teatro. «Volevano 600 euro a persona per recita», dicono dal Piermarini. La replica: «Non è vero, bastava un riposo compensativo».

    Due versioni diverse, stesso risultato: la prima di domani non si fa e le procedure di rimborso sono già partite. La verità del teatro: visto che 16 coristi su 74 dovevano «eseguire alcuni gesti in sincronia con la coreografia», la direzione della Scala aveva accordato loro un forfait aggiuntivo.

    «E noi niente?», pare abbiano chiesto gli altri 56 cantanti, anch'essi in costume e «mobili» sul palco. Da qui la richiesta: 600 euro a persona a recita per i 16 coristi più «attivi», 400 per gli altri. Totale per 11 recite: 350 mila euro a oggi «introvabili», visto che alla Scala servono 4 milioni per raggiungere il pareggio di bilancio. Per finire, anche i ballerini, dopo l'anteprima per i giovani di domenica, si sono fatti sentire: «La pedana ha una pendenza del 10 per cento, molti di noi hanno dolori alla schiena» (alla prova di sabato si è anche guastato il motore della scenografia). Doppia vertenza. Sciopero.

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    Troppo lavoro extra. Cantanti-attori, ballerini-acrobati. «Nessuna prestazione speciale», risponde il teatro. Il comunicato di ieri: «Roméo et Juliette del 19 dicembre non potrà andare in scena a causa di uno sciopero delle rsa coro Cgil, Uil e Fials, e della rsa Cisl, Uil e Fials del corpo di ballo. Gli artisti del coro ritengono che cantare in palco e in costume nel corso di uno spettacolo di danza costituisca "prestazione speciale".

    La direzione ritiene invece che non siano state richieste prestazioni diverse da quelle normalmente eseguite in uno spettacolo di stagione. Per parte sua, il corpo di ballo ritiene che la difficoltà di danzare su una piattaforma in declivio debba essere ricompensata con una "gratifica concreta"».

    Ferri corti. «Avere davanti agli occhi lo spartito è diverso dall'imparare la parte a memoria, in poco tempo, dopo Lohengrin e mentre si prova Falstaff», dice Mauro Peconi, corista Cgil. Il nodo della polemica: «Già 15 giorni fa abbiamo affrontato la questione con il sovrintendente Lissner, ma non c'è stata apertura». Continua Pippo Veneziano, Uil: «Quando ci è stato detto che per i 16 coristi c'erano 250 euro l'uno, abbiamo proposto di spalmarli su tutti gli artisti». Giuseppe Nastasi (Fials): «E in alternativa abbiamo chiesto riposi aggiuntivi».

    Lara Montanaro, ballerina Cisl: «Da un mese denunciamo i pericoli della pedana». Appunto, bisognava arrivare all'ultimo giorno utile per parlarne? «Lo spettacolo è stato annullato mentre stavamo ancora trattando - fa sapere Giancarlo Albori, segretario Cgil -, la dirigenza del teatro versa in stato confusionale». La Uil: «Rimaniamo basiti per la scorrettezza dei dirigenti del teatro che diramano argomenti e cifre false. Confermiamo la protesta uniti». Ma qualcuno spera ancora che lo sciopero rientri.

     

     

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