Estratto dell’articolo di Gabriele Fusar Poli e Antonio Scolamiero per https://corrieredelveneto.corriere.it/
autovelox a cadoneghe - provincia di padova
Si arricchisce di un nuovo capitolo la vicenda degli autovelox installati nel Comune di Cadoneghe. Ma stavolta è un capitolo che rischia di provocare un piccolo terremoto nel centro alle porte di Padova. Un avviso di garanzia è stato notificato dai carabinieri del capoluogo al capo (facente funzione) della polizia locale, Gianpietro Moro e a un altro agente.
Sono accusati di falso in atto pubblico, proprio per tutta la vicenda che riguarda l’installazione dei contestatissimi dispositivi per il rilevamento della velocità lungo la strada regionale 307. Strumenti che hanno rilevato decine di migliaia di superamenti dei limiti di velocità e che hanno provocato un vero e proprio tumulto tra gli abitanti […]
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[…] Il focus dell’approfondimento giudiziario […], probabilmente partito dopo gli attentati dello scorso 9 agosto, è la predisposizione della documentazione che ha poi portato all’installazione e alla successiva attivazione degli impianti. I militari, nella mattinata di ieri, hanno inoltre perquisito gli uffici della polizia locale ed hanno sequestrato documentazione e personal computer. Materiale che ora sarà vagliato e valutato.
La storia, tanto nota quanto complessa, ha inizio il 26 giugno scorso, quando i due autovelox fissi posti lungo la Strada regionale 307 vengono ufficialmente accesi. A fine luglio arriva il primo bilancio, ed è di quelli da lasciare a bocca aperta: in un mese risultano qualcosa come 24mila infrazioni legate ad eccesso di velocità rilevate, il che vuol dire almeno un milione di euro che potrebbe entrare nelle casse comunali.
«Potrebbe» perché in realtà, con il passare dei giorni, monta la protesta, con conseguente innalzamento dei ricorrenti, i quali si rivolgono all’associazione AltVelox per evitare di scucire centinaia di euro.
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Anzi, in alcuni casi migliaia: spuntano infatti subito i casi di chi di multe ne ha prese decine e decine, fino ad arrivare alle 55 ricevute — almeno finora — da due cameriere che compiono pressoché giornalmente il tragitto casa-lavoro.
La tensione aumenta ulteriormente, arrivando al punto di rottura: nella tarda serata del 9 agosto l’autovelox incriminato viene fatto saltare in aria da ignoti, che per evitare di lasciare qualsivoglia traccia pensano bene — come si scopre nelle ore seguenti grazie ai primi sviluppi delle indagini — di mettere fuori uso una telecamera di videosorveglianza nelle vicinanze con un colpo d’arma da fuoco, come a far capire che di scherzare c’è poca voglia. […]
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