INDIA: MEDIA, ALMENO 55 MORTI PER MANCANZA CONTANTE
(ANSA) - La decisione del governo di mettere all'improvviso fuori corso l'8 novembre scorso le banconote da 500 e 1.000 rupie ha causato la morte di almeno 55 persone. Lo scrive oggi il portale indiano di The Huffington Post. I decessi riguardano persone disperate, spesso casalinghe, che si sono suicidate per la mancanza di contante che non consente di far fronte ai pagamenti per mancanza di denaro contante, o anziani e malati morti durante le interminabili code davanti ai bancomat per cercare di ottenere qualche banconota.
Il premier Narendra Modi ha rivolto ripetuti appelli alla popolazione ad essere paziente perché si tratta di una misura volta a lottare contro la corruzione e il finanziamento del terrorismo. Vari partiti di opposizione hanno criticato il modo in cui il governo ha messo in atto il provvedimento, ed oggi il leader del Partito nazionale del popolo (Rjd), Lalu Prasad, ha chiesto a Modi di "spiegare chi deve essere ritenuto responsabile delle oltre 50 persone morte per colpa del provvedimento, il governo o il popolo che fa le file?".
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Alessandra Muglia per il “Corriere della Sera”
«Non vedo nessun ricco che cambia denaro sporco, qui siamo tutti poveracci». Chote Lal è stremato: si è dovuto prendere un giorno di ferie per mettersi in coda davanti a una banca di New Delhi e procurarsi i contanti necessari per vivere. Le banconote che ha in tasca sono diventate carta straccia dopo che dieci giorni fa i biglietti di taglio più grande, quelli da 500 e 1.000 rupie (pari a 7,4 e 14,8 dollari l' una), sono stati messi fuori corso: l' 86% della cartamoneta in circolazione spazzata via in un attimo.
INDIA MODI
È stato il premier Narendra Modi a fare questo annuncio choc in un messaggio tv alla nazione. La rivoluzione sarebbe partita da lì a poche ore, per prendere in contropiede evasori e corrotti e favorire il passaggio da un' economia del contante a una basata su transazioni digitali.
Obiettivi ambiziosi perseguiti dal premier fin dall' inizio del suo mandato quando introdusse l' erogazione dei sussidi pubblici su conto corrente, inducendo cento milioni di indiani ad aprirne uno. Ma da qui alla diffusione delle transazioni digitali la strada è ancora lunga in un Paese in cui l' economia informale contribuisce fino al 70% del Pil.
taj mahal in agra india
Pochi dispongono di carte di credito, che comunque non vengono accettate da piccoli e medi commercianti. Soltanto un lavoratore indiano su 10 riceve lo stipendio accreditato sul conto. E se i datori di lavoro non sono in grado di versare i salari, la scelta è tra licenziare o chiudere bottega. Tant' è che, come effetto del caos banconote, le previsioni di crescita dell' economia indiana sono già state riviste al ribasso di oltre un punto percentuale.
Il provvedimento avrà un impatto anche sulle elezioni d' inizio anno in stati chiave come l' Uttar Pradesh. La carenza di contante sta infatti ridimensionando i fondi dei partiti per la campagna elettorale: ma il partito nazionalista indù di Modi, che può contare su grandi donazioni di imprenditori, risente meno di questa crisi rispetto ai rivali e risulta quindi avvantaggiato.
VACCHE SACRE IN INDIA
La corsa a cambiare il denaro è complicata dalla scarsità del nuovo conio: il tetto per il cambio di 4.500 rupie a persona da oggi è dimezzato a 2 mila. E per evitare che qualcuno si ripresenti ad un altro sportello, da qualche giorno chi ritira la sua quota viene marchiato con inchiostro indelebile come si fa ai seggi durante le elezioni.
solo in india 5
Per i prelievi la soglia massima è di 10 mila rupie a settimana e 20 mila in un mese. Con qualche deroga: per gli uomini d' affari (50 mila). Per gli agricoltori (25 mila), tra i più colpiti dal provvedimento: questa è stagione di semina e si ritrovano senza soldi (validi) per acquistare le sementi. Altro strappo alla regola per chi si deve sposare: la demonetizzazione stava minacciando di compromettere la grossa e grassa stagione indiana dei matrimoni appena iniziata.
anziano rabari rajasthan 2010
Per combattere il «nero» e i traffici illeciti chi deposita in banca più di 250 mila vecchie rupie può essere indagato dal fisco e rischia multe salatissime(ma soltanto il 2% degli indiani fa la dichiarazione dei redditi). Eppure, come nota Chote Lal, i ricchi non fanno la coda agli sportelli. Trovano altri escamotage per cambiare valuta: come acquistare costosi biglietti ferroviari di prima classe rimborsabili.