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uomo dani sulla soglia di una honai
Da http://www.dailymail.co.uk/
Un fotografo italiano, Roberto Pazzi di Treviglio, ha incontrato una tribù indonesiana che non ha avuto alcun contatto con il mondo moderno. I Dani vivono su un altopiano della Nuova Guinea in capanne di bambù, cacciano ancora con arco e frecce e sacrificano maiali per celebrare i matrimoni.
uomo dani su una torretta d'avvistamento
Roberto ha visitato diversi villaggi nella valle del Baliem, i suoi scatti dimostrano come la vita di questa gente sia totalmente differente da quella che viviamo nel mondo occidentale. I Dani vivono sparsi in circa 300 villaggi, alcuni dei quali contano solo 3 o 4 persone. La tribù fu scoperta nel 1938 da un pilota d’aereo che aveva notato alcuni segni di civilizzazione mentre sorvolava la valle.
uomo dani con zanne si cinghiale nel naso per dimostrare forza
“I Dani sono generalmente timidi, ma allo stesso tempo curiosi – spiega Roberto – quando sono arrivato al villaggio per la prima volta sono rimasto sorpreso dal loro modo di comunicare: camminavano con me mano nella mano e si appoggiavano alla mia spalla. Le donne sono molto riservate ma i bambini, al contrario, sono pieni di energie ed entusiasti di scoprire cose sul mondo occidentale”.
I Dani celebrano un rito:
“Anche se i Dani non hanno mai lasciato la Nuova Guinea, le tribù sono ormai abituate a ricevere piccoli gruppi di visitatori che vogliono conoscere meglio la loro cultura”, dice il fotografo Roberto Pazzi. “Alcuni bambini del villaggio non avevano mai visto una macchina fotografica prima e ne erano affascinati. Gli adulti non erano molto propensi a farsi fotografare, ma alla fine erano felici di vedersi ritratti. Pensavano fosse una specie di miracolo”.
uomo dani con le sue 2 mogli
uomo dani con il caratteristico copri pene
La dieta della tribù è composta principalmente da patate dolci, abbondanti nel clima umido della foresta, che sono cotte dentro la buccia delle banane su pietre vicino al fuoco. La lingua dei Dani è ancora sconosciuta, ma si pensa che ci siano 4 dialetti differenti che vengono parlati nella valle del Baliem. Roberto racconta di essersi portato zucchero e tabacco da barattare per beni primari come acqua potabile e il fuoco per cucinare, oltre che a un riparo per la notte in una delle loro capanne, le “Honai”.
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