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    INFERNO SULLO STROMBOLI – IL RACCONTO DEL SUPERSTITE CHE HA RITROVATO IL CORPO SENZA VITA DI MASSIMO IMBESI: "SORPRESI DA FUOCO E GAS POI MI SONO GIRATO E LUI ERA LÌ A TERRA. CI ERAVAMO CONOSCIUTI AL PORTO E ABBIAMO DECISO DI FARE L' ESCURSIONE INSIEME. AVEVAMO IN COMUNE LA PASSIONE PER…” - IL MEDICO LEGALE STABILIRÀ L' ESATTA CAUSA DELLA MORTE DELL’ESCURSIONISTA. “C'ERANO ANCHE TANTE FIAMME, FORSE…”-VIDEO


     
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    Romina Marceca per la Repubblica

     

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    «Ci eravamo conosciuti al porticciolo di Stromboli proprio oggi e avevamo deciso di fare un' escursione sul vulcano. Poi c' è stata quella terribile esplosione, ci siamo divisi e dopo non ho capito più nulla. Sono tornato indietro a cercare Massimo e l' ho trovato lì a terra, morto », piange Thiago davanti ai soccorritori. È il giovane brasiliano che si trovava a Punta dei Corvi con Massimo Imbesi e che ha ritrovato il suo corpo senza vita.

    Thiago si è salvato perché è riuscito a sfuggire ai gas, alle fiamme e alle pietre. È uscito vivo dall' inferno che si è scatenato in pochi secondi sullo Stromboli. È disidratato, sotto shock, ma racconta agli investigatori cosa è successo sul fianco del vulcano, a pochi metri da Ginostra, circa 200 metri.

     

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    «Con Massimo avevamo in comune l' amore per la fotografia e per questo avevamo iniziato a parlare al porticciolo. E così abbiamo deciso di fare quell' escursione. Volevamo fare delle belle foto, avevamo le nostre macchine fotografiche», continua il racconto ai soccorritori. Ieri Thiago ha composto subito il numero unico di emergenza quando si è accorto che il suo nuovo amico era morto. Singhiozzando ha spiegato ai vigili del fuoco dove si trovava. Urlava, piangeva.

     

    «Quell' esplosione ci ha messo addosso tanta paura. Per questo abbiamo deciso di separarci. Massimo era più robusto di me, forse ha avuto qualche difficoltà. C' erano gas, fiamme, le pietre arrivavano dappertutto», ricostruisce tra i suoi ricordi confusi a chi per primo lo ha raggiunto e portato nel paese di Stromboli.

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    I due amici si sarebbero separati quando hanno ritrovato di fronte a loro un muro di fiamme. «Io ho preso da una parte e lui dall' altra», spiega Thiago che era arrivato ieri sull' isola di Stromboli. Massimo Imbesi, che abitava a Milazzo, aveva deciso di trascorrere la giornata sull' isola.

     

    «Da qualche giorno c' era una strana aria a Stromboli - racconta una turista che ogni anno raggiunge l' isola in barca - tant' è che vicino a dove abbiamo dormito, a Forgia Vecchia, una settimana fa erano arrivate delle pietre incandescenti che hanno provocato un incendio». Il vulcano aveva lanciato qualche segnale. Ma ieri tutto sembrava nella norma.

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    «Avevamo imboccato quel sentiero che parte da Ginostra e che ci era sembrato tranquillo. Poi è stato l' inferno », spiega Thiago a chi sta cercando di ricostruire cosa è successo.

    Con molta probabilità, è l' ipotesi più accreditata, Massimo Imbesi è morto per asfissia. Il medico legale stabilirà l' esatta causa. «C' erano anche tante fiamme - continua a ripetere Thiago - forse si è bruciato».

     

    Tutte le visite al vulcano, rigorosamente con guide esperte, vengono organizzate con partenza da Stromboli. I due amici per caso, invece, avevano scelto il versante meno sicuro nonostante fossero sotto i 400 metri di altitudine.

    Thiago alle 20 arriva a Stromboli, alla guardia medica. La notizia della morte dell' escursionista si era diffusa in paese un' ora prima. E così alle 19 il sollievo che quell' esplosione era stata solo «l' ennesima stramberia del nostro vulcano» è svanito di colpo.

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