• Dagospia

    INTERCETTO LA QUALUNQUE – IL NUOVO TERRENO DI SCONTRO NELLA MAGGIORANZA SI GIOCA SUL DECRETO INTERCETTAZIONI: “ITALIA VIVA” HA BLOCCATO LA DISCUSSIONE AL SENATO FINCHÉ NON SI È ARRIVATI A UNA TREGUA (FRAGILE), CON RENZI CHE HA APPROFITTATO PER RINTUZZARE LA POLEMICA: “DAL PREMIER UNA REAZIONE MUSCOLARE” – L’USO ALLA FINE SARÀ AMMESSO SE “RILEVANTI E INDISPENSABILI…”


     
    Guarda la fotogallery

    Da “la Stampa”

     

    giuseppe conte alfonso bonafede giuseppe conte alfonso bonafede

    Un' altra giornata al cardiopalma sulla giustizia per la maggioranza giallo-rossa. L' ennesima. Stavolta la crisi di nervi si è rischiata al Senato, dove era in discussione il decreto sulle intercettazioni e Italia viva ha bloccato tutto finché non si è raggiunto un accordo. Tutto s' è giocato sulla parola «rilevanti». Perciò i lavori della commissione giustizia sono stati prima rallentati, poi riavviati, poi di nuovo fermati, e alla fine rinviati a oggi, suscitando le più vive rimostranze del centrodestra. Ma siccome l' accordo s' è raggiunto, in serata è finalmente iniziato il Tavolo tematico sulla giustizia a palazzo Chigi, presieduto dal premier. E a quel punto, rientrati i muscoli, la discussione è filata liscia.

     

    pietro grasso foto di bacco pietro grasso foto di bacco

    Tema del dissenso al Senato, l' utilizzo delle intercettazioni. Che fare quando siano state ordinate per un determinato reato e poi possono diventare prova anche per reati diversi? Una recentissima sentenza della Cassazione ne consentirebbe l' uso, purché siano reati gravi. E questo prevedeva un emendamento di Piero Grasso, LeU, che recepiva un accordo di maggioranza, stipulato dai quattro partiti in una riunione al ministero della Giustizia, mercoledì notte. Secondo l' emendamento Grasso, si sarebbero potute utilizzare come prova soltanto per quei reati per cui è prevista la possibilità di effettuare intercettazioni.

    DAVIDE FARAONE DAVIDE FARAONE

     

    A sorpresa, però, Italia viva spariglia il tavolo. «A scanso di equivoci. Noi votiamo la fiducia sul decreto intercettazioni come chiesto dal governo. Per cambiarlo serve il consenso di tutti. Chi forza a colpi di emendamento spacca la maggioranza. Sì fiducia, no provocazioni», scrive su Twitter il presidente dei senatori renziani Davide Faraone.

     

    matteo renzi 14 matteo renzi 14

    Renzi stesso, sorridente in Aula, faceva capire qual era il vero problema: «La reazione del presidente del Consiglio è stata muscolare sul tema della giustizia e sul nodo prescrizione. È stato Conte ad aver alzato i toni contro di noi. Un errore, ma noi siamo tranquillissimi». Ecco, un «errore» che Renzi ha pensato bene di rintuzzare a suo modo. Italia viva a quel punto ha pensato di far sentire il suo peso.

    MARIO MICHELE GIARRUSSO MARIO MICHELE GIARRUSSO

     

    E quindi ha bocciato anche la seconda formulazione dell' emendamento, che portava la firma del relatore Mario Giarrusso, M5S, dove la variante era «che siano indispensabili per l' accertamento dei reati». Andrea Giorgis, sottosegretario alla Giustizia, Pd, tira un sospiro di sollievo: «C' è un nuovo testo, abbiamo trovato un equilibrio ragionevole». Invece no, Italia viva bloccava anche questa.

    ALFONSO BONAFEDE NEGLI ANNI '90 QUANDO FACEVA IL DJ ALL'EXTASY ALFONSO BONAFEDE NEGLI ANNI '90 QUANDO FACEVA IL DJ ALL'EXTASY

     

    E alla fine arriverà un terzo testo. L' uso delle intercettazioni sarà ammesso se «rilevanti e indispensabili». E di colpo tutto va bene. Ora c' è anche la firma dei renziani. Un estenuante braccio di ferro che fa dire a più di un esponente di maggioranza (non renziano): «Così non si va avanti. Su ogni tema è un continuo stop and go». Giarrusso è forse il più irritato di tutti: «Cambiano idea ogni minuto».

    Superato lo scoglio politico, è tornato il sereno. A palazzo Chigi la maggioranza ha ascoltato la relazione del ministro Bonafede con attenzione. «Toni costruttivi», li definivano.

    In discussione erano le priorità per i prossimi due anni. «Penso che dovremo investire sulle pene alternative al carcere e l' esecuzione esterna, forme moderne di pena e unica via per abbattere le recidive», dice Giorgis.

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport