Da "I Lunatici" - Rai Radio2
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Rocco Papaleo: "Volevo fare il professore ma ero uno studente fallito. Sono un padre troppo apprensivo, mio figlio è il termometro del mio umore. Vivo con la paura che possa succedergli qualcosa. Gli esordi? Cantavo a una festa, mi vide Veronesi che mi consigliò a Pieraccioni...".
Rocco Papaleo è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì notte dalle 23 alle 3.
Papaleo ha parlato della sua carriera: "I miei inizi? Un mix tra il caso e la mia passione per la musica. Ho iniziato a suonare la chitarra da ragazzino, mi sono trovato a studiare recitazione e da lì in poi è nata anche una passione di cui non avevo conoscenza in gioventù. Attorno ai 30 anni ero a una festa, su un terrazzo, e cantavo una mia canzone.
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Mi vide Veronesi, gli rimasi impresso e suggerì a Pieraccioni il mio nome quando Leonardo fece 'I Laureati'. Fu un film molto fortunato, un grande successo, ha dato una bella spinta alla mia carriera".
Ancora Papaleo: "A scuola ero brillante ma ero anche molto distratto, avevo voglia di scherzare, di suscitare sorrisi. All'università ho iniziato facendo ingegneria, poi ho cambiato facoltà e ho scelto matematica. Puntavo a diventare insegnante, a fare il professore. Ero uno studente fallito, lì è venuta la voglia di studiare recitazione, e ho scoperto questa passione.
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Come l'hanno presa in famiglia? I miei genitori non ci sono più, ma sono stati meravigliosi, non mi hanno ostacolato, mi dissero semplicemente che mi avrebbero sostenuto. Mi considero un cantattore. I miei esempi? Giorgio Gaber, Gigi Proietti. La mia vita privata? Io mi farei fotografare volentieri con una bella donna, evidentemente sono un personaggio che non ha quel tipo di appeal e quindi non faccio fatica a proteggere la mia vita privata. In realtà forse non è così interessante da essere spiattellata in prima pagina.
Sono un padre troppo apprensivo, la relazione con mio figlio è la mia relazione principale ed è il termometro del mio umore. Se sta bene lui per me è tutto ok. Vivo con la paura che possa succedergli qualcosa, forse non sono stato capace di dirgli i no che gli andavano detti. Nei suoi confronti ho un carattere ansioso".
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Sul politicamente corretto: "La mia narrazione non urta particolarmente, è impregnata di ironia, tenerezza, dolce. Non c'è molta polemica in quello che propongo io. Non ho avuto mai un problema col politicamente corretto".
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