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    “IO QUEL TIFOSO LO AVREI SFIDATO IN DIRETTA” - GIORGIA ROSSI DI DAZN SULLE MOLESTIE A GRETA BECCAGLIA: “ALL’IGNORANZA E ALL’IMBECILLITA’ NON C’E’ MAI FINE. GIUSTO IL DASPO AL TIFOSO. È TRISTE, AVVILENTE, CHE UNA DONNA POSSA ANCORA ESSERE CONSIDERATA COME OGGETTO. A ME È SEMPRE ANDATA BENE. NESSUNA MOLESTIA NÉ FISICA NÉ VERBALE”. “LA FRASE DEL CONDUTTORE GIORGIO MICHELETTI? IL NON TE LA PRENDERE NON È CERTO LA FRASE PIÙ ADATTA, MA…”


     
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    Renato Franco per corriere.it

     

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    La prima riflessione?

    «Che all’ignoranza e all’imbecillità non c’è mai fine. È triste, avvilente, che una donna possa ancora essere considerata come oggetto; è qualcosa di svilente, fuori contesto e fuori tempo».

     

    Giorgia Rossi ha il calcio nel dna, ha mosso i primi passi per Roma Channel, adesso è uno dei volti di punta di Dazn. La molestia a Greta Beccaglia, in diretta, nel dopo partita di Empoli-Fiorentina, «mi ha amareggiato tantissimo».

     

    Più facile con il senno di poi, ma lei come pensa avrebbe reagito?

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    «L’effetto sorpresa non è irrilevante, perché non ti aspetti un gesto di quel genere. La mia professione è una priorità, ma quando viene intaccata la sfera privata anche nel contesto professionale si può reagire. Io tendenzialmente sono molto istintiva e penso che il mio primo slancio sarebbe stato quello di andargli contro, di sfidarlo, dirgli che non poteva andarsene e passarla liscia.

     

    Poi capisco che è difficile, non sai cosa ti possa scattare in quei momenti. Comprendo anche la reazione della collega che è rimasta basita: è complicato gestire situazioni così in diretta. A me è sempre andata bene: non è mai successo, nessuna molestia né fisica né verbale».

     

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    Il conduttore Giorgio Micheletti è stato sospeso dal video per la sua frase inopportuna («Non te la prendere»), anche se poi durante la trasmissione ha detto che il molestatore meritava quattro schiaffoni...

    «Il non te la prendere non è certo la frase più adatta, ma capisco anche che nella concitazione della diretta è facile distrarsi un attimo».

     

    Al molestatore è stato dato un Daspo di tre anni...

    «Bisogna partire da queste punizioni. Le società oggi sono attente, stanno collaborando; anche negli episodi di razzismo l’individuazione dei colpevoli attraverso le telecamere è sempre più frequente. Ci siamo sviluppati tecnologicamente e gli strumenti che abbiamo vanno usati, anche questo deve servire. Punizioni di questo tipo sono le misure giuste da prendere, non può passare tutto sotto traccia; è giusto dare l’esempio e far riflettere chi ha commesso un gesto inaccettabile. La riflessione è il solo modo per mettersi in discussione».

    DILETTA LEOTTA TRA FEDERICA ZILLE E GIORGIA ROSSI DI DAZN DILETTA LEOTTA TRA FEDERICA ZILLE E GIORGIA ROSSI DI DAZN

     

    A lei non è mai successo, ma forse qualche coro pesante sì.

    «In realtà quando sono in diretta pre-evento tendo ad isolarmi e non ci faccio caso. Mi sono capitati cori, ma non di quel tipo. Finché dicono che sei una bella ragazza con toni coloriti va bene, stai al gioco; ma quando si esagera diventa un’offesa».

     

    Il mondo del calcio è soprattutto maschile, ha anche codici tribali: l’hanno fatta mai sentire un’intrusa in quanto donna?

    «No, mai. È vero che il calcio è uno sport prettamente maschile, ma in questi anni sono entrate anche tante donne capaci. È ovvio, non siamo ipocrite, essere una bella ragazza ti può aiutare in un ambiente come quello televisivo, però credo che bisogna togliersi l’idea di fare sempre una distinzione costante tra uomo e donna.

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    La distinzione è tra professionista e professionista, nel bene e nel male; critiche comprese. È giusto che le donne abbiano pari possibilità, ma è anche giusto che chi le ha sia seria, professionale e preparata. Tanto quanto gli stessi uomini».

     

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    Il calcio, ma la società in generale, è ancora indietro su questi temi. Le chiavi per uscirne?

    «Sono due. Prevenire con l’educazione e i messaggi positivi. Reagire e rispondere quando succede: la replica deve essere dura, ferma, deve servire come monito per il futuro. È l’unico modo per arginare questo fenomeno. Quando avvengono cose così l’educazione non serve: a essere troppo educati si passa per fessi. La risposta deve essere efficace: tutti devono sapere che il rispetto è alla base, che nessuno deve approfittarsi della presenza di una donna. Non è giusto far passare tutto come goliardia».

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