Estratto dell'articolo di Tommaso Ciriaco e Emanuele Lauria per la Repubblica
meloni salvini
«Decido io», ha detto, spiegato, ripetuto Giorgia Meloni in vista di una manovra scivolosa. È il dialogo impossibile di una finanziaria troppo magra. È l’argine che la premier intende alzare con i suoi vicepremier alleati. Che, a dire il vero, iniziano a preoccuparsi per le ultime settimane di silenzi e sospetti. I capi di gabinetto dei ministri neanche riescono a parlare con Palazzo Chigi.
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Quella che si apre oggi è essenzialmente una sfida tra la presidente del Consiglio e i suoi due alleati. Soltanto poche ore fa, per dire, Salvini ha avuto modo di recapitare a Meloni un messaggio di questo tenore: «Giorgia, non possiamo fare una finanziaria di rigore a cinque mesi dalle Europee». Per il ministro delle Infrastrutture non è possibile restare nella scia di Mario Draghi senza perdere consenso. In realtà, la sua strategia è più sottile: premendo sulla premier si assicura un posizionamento che gli permetterà di scaricare eventualmente su Fratelli d’Italia una manovra deludente.
matteo salvini e giorgia meloni
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Però bisognerà comunque assumere scelte dolorose sulla base delle priorità. «Non ci sono le risorse per fare tutto: dobbiamo fare una legge seria», è il senso della risposta lapidaria della presidente del Consiglio a Salvini. Toccherà alla premier l’ultima parola, avvalendosi ovviamente dei consigli di Giovanbattista Fazzolari, che le fornirà la cornice politica delle decisioni economiche dei prossimi mesi.
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI
Meloni intende puntare tutto su tre carte: cuneo fiscale, pensioni minime e natalità. Alcuni suoi dirigenti di fiducia lavorano da tempo con il ministero dell’Economia e con la Ragioneria per elaborare un meccanismo premiale per le famiglie con tre figli. È uno degli esempi di quella «impronta politica» che Meloni intende dare a un bilancio altrimenti scarna di risorse e povera di contenuti. Per Salvini, invece, bisogna guardare altrove. Alle pensioni, soprattutto: quota 41, in particolare, rischia di diventare oggetto del contendere e terreno di scontro tra partner della maggioranza. «È la nostra battaglia», ripete in privato il leghista.
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GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - BY EDOARDO BARALDI
Anche Antonio Tajani lotta per lanciare qualche segnale con la manovra. Ne ha disperatamente bisogno: le Europee rappresentano un test vitale per Forza Italia. Insisterà sulle privatizzazioni delle municipalizzate – pallino del ministro degli Esteri, non condiviso da mezzo partito – e pensioni minime. Non sarà mortificato da Palazzo Chigi, perché per Meloni la sopravvivenza degli azzurri è al momento elemento di stabilità necessario. Ma sul Superbonus, ad esempio, non avrà margini di trattativa.
Una situazione di tensione che rischia di trasformarsi in un tutti contro tutti: agli alleati non è piaciuta la scelta di inserire nel decreto Lavoro la previsione di 2.200 assunzioni nel ministero di Raffaele Fitto. «Altro che spending review», si sono lamentati alcuni ministri. L’equilibrio è fragile: garantire rigore e allo stesso tempo non perdere consensi, nel momento in cui Swg segnala per la prima volta un calo di FdI, scesa al 28,2 per cento. Effetto dello stop al reddito di cittadinanza, delle incertezze sul salario minimo, del caro vita. Scrivere una manovra indolore, per chi governa, sembra davvero un’impresa.
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI - BY EDOARDO BARALDI lotta continua meme su giorgia meloni e matteo salvini by edoardo baraldi