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    ITALIA IN BOLLETTA – PAGHIAMO UN CONTO SALATISSIMO PER LA CRISI TRA UCRAINA E RUSSIA: INCREMENTI DEL 131% DELL’ELETTRICITÀ E DEL 94% DEL GAS. ALLE STELLE I PREZZI DEI CARBURANTI, AI MASSIMI DAL 2012 - TUTTE LE MISURE ALLO STUDIO DEL GOVERNO CHE PREPARA UN DECRETO DA 7 MILIARDI – PER IL GAS IL PREZZO RESTERÀ ALTO ANCORA A LUNGO E A PRESCINDERE DALLA SOLUZIONE DELLA CRISI TRA MOSCA E KIEV. PERCHÉ LE CAUSE DEL RIALZO SONO ECONOMICHE E NON GEOPOLITICHE…


     
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    Alessandro D’Amato per open.online

     

     

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    Un nuovo decreto del governo Draghi sulle bollette è atteso per venerdì in Consiglio dei ministri. Servirà a mettere una toppa sui rincari certificati ieri da Arera (l’Autorità per l’Energia) durante una audizione al Senato.

     

    Nel primo trimestre 2022 ha certificato un aumento del 131% dell’energia elettrica rispetto allo stesso periodo del 2021 per il cliente domestico (da 20,06 a 46,03 centesimi di euro/kWh, tasse incluse) e del 94% per quello del gas naturale (da 70,66 a 137,32 centesimi di euro per metro cubo, tasse incluse).

     

    Aumenti che scontano anche gli aiuti approvati, senza i quali l’aggravio sarebbe stato maggiore. Ma nel frattempo aumentano anche i prezzi della benzina. In modalità self sono arrivati a 1,837 euro al litro. Il prezzo medio del diesel (self) è invece a 1,712 euro al litro. Più costoso il servito: per la benzina il prezzo medio è a un soffio da quota 2 euro (1,972 euro) mentre la media del diesel è salita a 1,851 euro.

     

    Perché aumentano i prezzi dell’energia

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    Si tratta dei livelli più alti degli ultimi dieci anni. E sono stati raggiunti per l’impennata del petrolio, a sua volta causata dagli allarmi per il gas derivati dalla crisi tra Ucraina e Russia. Gli incrementi si riverberano a cascata sulle attività produttive.

     

    Alberghi, bar, ristoranti e negozi pagheranno una bolletta energetica doppia rispetto alla Francia. I gestori delle pompe di benzina, con la Faib Confesercenti, parlano di «tempesta perfetta» che li costringerà a interrompere il servizio notturno. Intanto, per il gas «arriveremo a marzo con dei livelli di stoccaggio in Europa ai minimi storici e quindi sarà una sfida molto impegnativa riportarlo a un livello di 80% che consideriamo quello opportuno per la sicurezza del prossimo inverno», ha detto Stefano Grassi, Capo di Gabinetto della Commissaria europea per l’energia, sempre in audizione al Senato.

     

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    Ma per il gas il prezzo resterà alto ancora a lungo e a prescindere dalla soluzione della crisi tra Mosca e Kiev. Perché le cause del rialzo sono economiche e non geopolitiche. E per combatterle servono soluzioni strutturali. Come l’idea di raddoppiare la produzione di gas, che però impiegherà un decennio per essere pienamente attuata. Nel breve periodo tutti guardano a Nord Stream 2.

     

    Il Messaggero spiega oggi che l’unico modo per accelerare la caduta del prezzo del gas riportandolo a livelli tollerabili è attivare il gasdotto entro l’estate. La sua entrata in funzione taglierebbe le unghie alla speculazione. Oltre all’aumento delle fonti di approvvigionamento. È di ieri la notizia dell’accordo tra Unione Europea e Giappone per l’invio di Gnl, il gas naturale liquefatto che raggiunge via nave il Vecchio Continente per essere poi rigassificato e immesso sulle reti nazionali.

     

    Un decreto da 7 miliardi

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    Intanto il governo prepara un decreto da varare venerdì prossimo nel consiglio dei ministri. Si parte da 4,5-5 miliardi anche se si conta di racimolare altre risorse. Fra le ipotesi sul tappeto ci sono un’ulteriore sterilizzazione degli oneri di sistema e un potenziamento del bonus per le famiglie meno abbienti, magari allargando un po’ la platea ora ferma ad un Isee molto basso. Non è esclusa una messa a punto delle norme sugli extra-profitti contenuti nel decreto Sostegni ter. Altri soldi potrebbero essere recuperati dalle pieghe di bilancio. Attualmente i requisiti per ottenere il bonus sociale luce e gas sono:

     

    Isee non superiore a 8.265 euro;

    L’ipotesi è quella di ampliare la platea cambiando i parametri. Ma per farlo bisognerà in primo luogo ampliare la disponibilità economica del decreto. Anche se c’è chi invoca un cambiamento più radicale. Ovvero il modello francese: tariffe amministrate estese alle famiglie e non solo alle imprese.

     

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