Monica Zunino per repubblica.it
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Tormentati dall’ansia e dallo stress, legati soprattutto al lavoro, e impensieriti dalle malattie, gli italiani mettono la salute fra le loro preoccupazioni principali. Subito dopo le paure legate al terrorismo (47%) e alla precarietà del lavoro (43% che sale al 49% per i Millennials) c’è il timore di contrarre una malattia grave (41%), la diffusione di pandemie (36%) o più in generale di soffrire di salute precaria. La preoccupazione di non stare bene impensierisce più dell’instabilità finanziaria globale (26%) e del cambiamento climatico (23%). E a completare il quadro un italiano su tre pensa che il proprio stato di salute non sia “buono” ma solamente “medio”.
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È il ritratto che emerge dalla Consumer Attitude Survey, indagine realizzata dal gruppo assicurativo Aviva e condotta da Ipsos Mori sulla percezione della salute in 14 Paesi (Italia, Stati Uniti, Canada, Irlanda, Regno Unito, Francia, Spagna, Polonia, Turchia, Cina, India, Hong Kong, Singapore e Indonesia).
Sono i malanni “fisici”, ma anche disturbi come ansia e stress che impensieriscono gli italiani. Il 40% ne ha sofferto nelle ultime quattro settimane, percentuale superata solo dagli indiani che arrivano al 60%. E la situazione è peggiorata nel 2017 rispetto al 2016, sia in Italia che negli altri Paesi.
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Le cause? Il lavoro, dicono 2 italiani su 5. Un malessere testimoniato anche dal fatto che c’è una fetta ampia, il 26%, che dichiara di non riuscire a staccare la spina quando non è in ufficio. Lo stress è però provocato soprattutto dall’insicurezza lavorativa, che tocca tutte le fasce di età ma per quasi la metà dei Millennials è la preoccupazione principale.
Il sogno degli italiani, in tema di salute, per i prossimi dodici mesi è proprio liberarsi dall’ansia, dallo stress e dalla depressione (33%) e dormire meglio (28%), più ancora che perdere peso e migliorare la propria forma fisica (25%).
Per quanto riguarda le cure, gli italiani le cercano online. Quando si sentono malati, prima ancora di rivolgersi ai medici, navigano in rete per informarsi su sintomi e patologie. Una propensione all’autodiagnosi online in cui ci superano solo turchi e indonesiani (rispettivamente 42 e 48%) e che ci accomuna agli irlandesi (39%). Ma per la propensione a leggere sui forum e social media le esperienze di altre persone con gli stessi sintomi e disturbi gli italiani detengono il primato.
Un ultimo dato riguarda le assicurazioni: a fronte di un’attenzione elevata sul fronte della salute meno di uno su dieci dei partecipanti al sondaggio di Aviva ha dichiarato di avere un prodotto assicurativo dedicato.
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