Barbara Carbone per “il Messaggero”
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Italiani, popolo di intolleranti. Sono sei milioni ogni anno quelli che riempiono i carrelli della spesa di prodotti senza glutine e senza lattosio, pur non soffrendo né di celiachia né di intolleranza al latte.
Pare scoppiata una sorta di nevrosi collettiva dove l'assenza è percepita come sinonimo di qualità. Senza glutine, senza lattosio, senza zucchero, senza olio di palma, senza sale. È senza la parola magica, di quello che è diventato un business in tutto il mondo.
INTOLLERANZA AL GLUTINE
Difficile definire il confine tra necessità e moda salutista. Fatto sta che il 25% degli italiani è convinto di avere qualche forma di intolleranza alimentare anche se nella maggior parte dei casi si tratta di ipersensibilità immaginaria o diagnosticata con strumenti non validati scientificamente.
INTOLLERANZA AL GLUTINE
Il giro d'affari dei test per le intolleranze alimentari, secondo le stime del Ministero della Salute, ammonta a 3 milioni di euro. Il desiderio di stare bene a tutti i costi o di dimagrire con qualche piccola privazione, può rivelarsi un boomerang.
LO SPECIALISTA
«L'unica vera intolleranza misurabile con una metodica documentabile è quella al lattosio - avverte lo specialista in Allergologia e Immunologia Clinica, Mauro Minelli - Le altre sono stregonerie prive di ogni fondamento che costringono le persone a privarsi di alimenti che potrebbero invece mangiare senza problemi».
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Tra gli alimenti considerati killer della nostra salute c'è senza dubbio il glutine contenuto in molti cereali. Il convincimento comune è che faccia comunque male. Ma non è così.
FALSI MITI
«Il glutine solo in alcuni soggetti può creare celiachia, allergie o sensibilità ha detto Minelli fino a 20 anni fa la celiachia, colpiva l'1% della popolazione italiana. Adesso la percentuale è salita al 2%.
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Mentre sulla celiachia e sull'allergia al glutine sappiamo tutto conosciamo relativamente poco in merito alla Non Coeliac Gluten Sensitivity (NCGS)che vuol dire essere sensibili al glutine senza essere celiaci».
Si tratta di una patologia che, pur colpendo circa 5 milioni di italiani, continua a restare nell'ombra. I soggetti interessati, secondo l'immunologo, potrebbero anzi dovrebbero introdurre quantitativi di glutine modulati sulla base di un limite soggettivo di tolleranza da misurare attraverso uno specifico test di provocazione.
LA DIFFERENZA
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Nella NCGS un elemento significativo che lo differenzia dalla celiachia è dato proprio dalla soglia di tolleranza al glutine che risulta diverso da individuo a individuo, aumentando o diminuendo nel corso della vita fino ad arrivare una possibile guarigione.
Ma quali sono i campanelli d'allarme ai quali prestare attenzione?
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«Alcuni disturbi ricordano quelli della sindrome del colon irritabile e dunque meteorismo, pancia gonfia, dolenzia dell'addome e difficoltà a digerire- spiega Mauro Minelli- ma anche mal di testa, sensazione di instabilità e difficoltà di concentrazione. Disturbi significativi nonostante i quali la NCGS non è ancora una patologia riconosciuta nel nostro Paese».
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Il consiglio sempre valido, all'insorgenza dei primi disturbi, è quello di recarsi da un medico senza cadere nella trappola di chi propaganda diete miracolose e elisir della lunga vita. La salute è un bene troppo prezioso per credere alle favole.
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