Massimiliano Lenzi per “il Tempo”
toto' peppino e la malafemmina
«Totò, Peppino e la Mala femmina» è un film del 1956 che oggi, con l' Italia alle prese con la crisi economica del dopo coronavirus, assume il sapore di una attualità comica ma amarissima al tempo stesso.
Totò, nella parte dell' Italia, Peppino nel ruolo dei patrioti rigorosi e fustigatori (in stile Mario Monti) dei conti all' italiana. E poi l' Europa, a fare la parte della malafemmina che fustiga tutti. Il dialogo è questo. Totò a Peppino, che si presenta con un gruzzolo di banconote in mano.
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«Mi sembri il cassiere della Banca d' Italia: conti, conti... Ma che conti? Animale! Questi soldi spendili, divertiti. La vita è breve, si può morire da un momento all' altro: fa come faccio io...».
Peppino a Totò. «Si può anche campare cent' anni». Totò «E con questo?». Peppino. «Ho detto tutto, ho detto. A proposito, tu mi devi 40mila lire della partita d' olio del mese scorso». Totò. «Ahh. Quella partita. Quella è partita». Peppino. «No, per me è restata».
CONTANTI
Partita o restata, questo è - fuor di ogni Totò, e Peppino possibili - il dilemma italiano nell' estate del 2020. Un dilemma che oggi, con i consumi al palo e il futuro del lavoro - quindi dei guadagni e dei risparmi degli italiani da mettere in conto - che ha il sapore dell' incertezza.
Ebbene, noi questa incertezza non l' abbiamo e diciamo ai nostri cari concittadini: coglioni, i soldi guadagnati onestamente, che ancora non vi hanno fottuto con le tasse, metteteli sotto il materasso. Oppure spendeteli. Tutti. Tra poco, con la scusa della responsabilità comunitaria - che voi avete sempre avuto ma la politica no - ve li verranno a prendere, quei soldi.
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Ve li porteranno via in men che non si dica in nome di un fine più alto: salvare l' Italia in nome del rigore. A voi, che l' Italia l' avete sempre salvata con il vostro lavoro, la vostra onestà e i vostri sacrifici. Ed allora svegliatevi. Spendeteli quei vostri soldi, consumate, godete voi e fate godere i vostri figli, le persone care.
Godete voi. Perché sui conti correnti il rischio che ve li fottano è alle porte. Se vi piace, fatevi fottere. Altrimenti metteteli in circolo, nei consumi reali e provate a far ripartire questa nostra amata Italia ma soprattutto fate ripartire le vostre vite, confinate per troppo tempo in casa come esistenze da sorci, con la paura del coronavirus. E della morte. Perché come diceva il munifico Totò, all' avaro Peppino, in «Totò, Peppino e la malafemmina»: «Che colpa ne abbiamo noi, se il muro non ha retto all' urto?».
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