Alessandro Da Rold per “La Verità”
dario franceschini
È tutto pronto negli studios di Cinecittà per il via libera dell'Unione europea al Recovery plan italiano. Oggi il presidente del consiglio Mario Draghi accoglierà la presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen sui set di via Tuscolana a Roma. La location non è casuale. Perché sono gli spazi che puntano a diventare, grazie anche ai fondi in arrivo da Bruxelles, una nuova Hollywood europea.
Nel piano italiano ci sono infatti anche 300 milioni per lo sviluppo dell'industria cinematografica, per il Progetto Cinecittà e per il Centro sperimentale cinematografia. Ad accompagnarli ci sarà Nicola Maccanico, l'amministratore delegato di Cinecittà, scelto nemmeno 2 mesi fa dal ministro ai Beni culturali, Dario Franceschini.
ITSART - LA NETFLIX DELLA CULTURA DI FRANCESCHINI
Del resto il vero convitato di pietra è proprio Franceschini, tra i palazzi romani considerato uno dei possibili candidati alla presidenza della Repubblica nel 2022, come sostituto di Sergio Mattarella. A quanto si legge nel protocollo della visita, Draghi porterà von der Leyen in giro per i set che hanno fatto grande il cinema italiano, dallo studio 5 di Federico Fellini ai tanti teatri di posa. Il sogno di Franceschini resta quello di far diventare Roma un nuovo punto di riferimento per il cinema europeo. Sono mesi che ci sta pensando.
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Lo disse anche durante lo scorso autunno al Sole 24 Ore. «L'ipotesi su cui stiamo lavorando è che il gruppo Cdp entri in Cinecittà. Questo consentirà di conferire alla società un'area grande come quella attualmente occupata dagli studios». Secondo Franceschini, «un'area di proprietà del gruppo Cdp, che confina con Cinecittà e che consentirebbe di raddoppiarne gli spazi e allo stesso tempo di far entrare un partner industriale, ovvero Cdp o le sue società. Stiamo costruendo le condizioni per un salto di qualità assoluto: una grande operazione industriale per l'Italia e per Roma».
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Di quel progetto non si parla più da molti mesi. Per di più la situazione in via Goito è decisamente cambiata rispetto allo scorso novembre. Fabrizio Palermo non c'è più. È arrivato Dario Scannapieco. Ma anche la situazione politica è cambiata. Va ricordato che nel consiglio di amministrazione di Cinecittà c'è sempre Goffredo Bettini, l'eminenza grigia del Pd, il grande sostenitore di Conte e degli accordi tra dem e Movimento 5 stelle.
goffredo bettini
Negli ultimi tempi non gliene sta andando bene una, tanto che sotto la sua ala è già stato spazzato via come segretario Nicola Zingaretti e lo stesso Enrico Letta è già su quella strada. Di sicuro non è un bel biglietto da visita il nuovo sito sulla Netflix italiana, Itsart, progetto che Franceschini ha avviato nelle ultime settimane. Il lancio non è stato accompagnato da particolari pubblicità, anche perché con tutta probabilità deve essere ancora affinato o comunque migliorato. La piattaforma voluta dal ministero, partecipata da Cdp e Chili tv, viene criticata in lungo e in largo sui siti internet culturali. Bisogna ammettere che non è molto intuitiva.
cinecitta studios
E ricorda a tratti Rai play, il canale della tv di Stato sul Web. C'è chi la definisce imbarazzante, soprattutto sui contenuti, molto scarsi, ma anche sui prezzi dei film. Se su Netflix l'abbonamento costa all'incirca 10 euro al mese, qui ne vengono chiesti 6 per acquistare Totò cerca casa oppure 3 euro per noleggiarlo.
Il Falstaff diretto da Riccardo Muti arriva a costare 10 euro. Ieri, oggi e domani, il celebre film con Marcello Mastroianni e Sophia Loren costa 7 euro. Peccato si possa trovare gratuitamente anche su Youtube. Insomma, secondo Franceschini doveva essere un aiuto per gli italiani durante la pandemia. In realtà ora l'emergenza sanitaria sta finendo e non ci sono molte persone così interessate alla Netflix italiana. Speriamo che la Hollywood europea non faccia la stessa fine.
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