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    “JACK LA MOTTA”, LE PRESSIONI DEL PREFETTO PER ARRICCHIRE IL CUGINO CON I CONTRATTI RAI


     
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    Alberto Custodero per "la Repubblica"

    FRANCESCO LA MOTTAFRANCESCO LA MOTTA

    Il prefetto Francesco La Motta, dopo aver aiutato il cugino Eduardo Tartaglia ad impossessarsi di dieci milioni di euro del Viminale, lo raccomandò poi per scalare la Rai con la sua società di produzione Mitar Group. E Tartaglia, per sdebitarsi col potente parente, coprì di regali lui e la sua famiglia, compresa la fidanzata del figlio, l'ex annunciatrice e eurodeputata berlusconiana Barbara Matera, alla quale donò una lussuosa collana di Hermès.

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    Lo rivela l'Espresso in edicola oggi in un'inchiesta intitolata "Così Eduardo truffò camorra e
    Viminale". Il nome della futura nuora di La Motta spuntò nel 2009, quando, in vista delle europee, Berlusconi annunciò una scuola quadri per le veline da candidare a Bruxelles. Quell'iniziativa del Cavaliere fu qualificata dall'allora moglie Veronica Lario «ciarpame senza pudore», costringendo il leader del Pdl a ritirare quasi tutte le veline-candidate tranne tre.

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    Una di queste era appunto la Matera, che Berlusconi, allora, presentò come «consigliata da Gianni Letta, essendo la fidanzata del figlio di un prefetto suo amico». Si scopre ora che il prefetto amico di Letta altri non era che Francesco La Motta, l'uomo arrestato insieme al cugino Tartaglia e altri complici dalla procura di Napoli per aver sottratto dieci milioni di euro dai fondi del Viminale.

    Eduardo TartagliaEduardo Tartaglia

    L'indagine delle procure di Roma e Napoli punta ora sull'azienda televisiva per verificare eventuali illeciti nell'affidamento di lavori e produzioni alla Mitar Group, la srl di Tartaglia e del figlio Alessandro. A parlarne è lo stesso Tartaglia nel verbale davanti ai pm di Napoli, che pubblica il settimanale: «Avevo interesse che Francesco La Motta mi introducesse in alcuni ambienti che per me erano utili per le attività di produzione che svolgevo ».

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    Quando La Motta nel 2007 divenne vicedirettore dei servizi segreti civili, l'Aisi, dove si occupava di dirigere la rivista istituzionale Gnosis, «profuse ogni suo sforzo - sui legge in un rapporto dei Ros citato da l'Espresso- nella spasmodica scalata alla Rai intrapresa da Tartaglia».

    E ancora: «Dall'alto del suo incarico, e sfruttando il prestigio della carica istituzionale, il tentacolare prefetto si destreggia tra i meandri della politica e dello spettacolo con l'unico scopo la consacrazione della Mitar Group in ambito nazionale».

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    La Mitar Group realizza spettacoli teatrali, show e persino alcuni film trasmessi da Rai2. Titoli da Divieto di svolta con Peppino Di Capri a Il mare non c'è paragone con Sabrina Impacciatore e Aldo Giuffrè fino a La valigia sul letto, con Biagio Izzo e Alena Seredova, moglie di Gigi Buffon. Tartaglia - dice ancora il settimanale - voleva anche coinvolgere il portiere della Juventus in un'operazione in Australia da un milione di euro. Operazione poi sfumata, proprio per i dubbi di Buffon.

     

     

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