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    “SANREMO? LASCIAMO PERDERE! DEVO GIOCARE A TENNIS, IO” – JANNIK SINNER SI GODE IL SUCCESSO AGLI AUSTRALIAN OPEN MA È DETERMINATO A NON DIVENTARE UN BERRETTINI QUALUNQUE: “NON HO INTENZIONE DI ALTERARE LE MIE PRIORITÀ, IL TENNIS È LA COSA PIÙ IMPORTANTE DELLA MIA VITA. ADESSO MI RIPOSO QUALCHE GIORNO E POI TORNO IN CAMPO. IL LAVORO È APPENA COMINCIATO” – “LA DEDICA AI MIEI GENITORI? SONO ANDATO VIA DI CASA A 13 ANNI, COSTRETTO A CRESCERE VELOCEMENTE. PER UN GENITORE LASCIARE ANDARE UN FIGLIO COSÌ PRESTO NON È FACILE. HO AVUTO LA FORTUNA CHE NON MI METTESSERO PRESSIONE…” - VIDEO


     
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    Estratto dell’articolo di Gaia Piccardi per il “Corriere della Sera”

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    I ricci rossi sono rotolati fuori dalla costrizione del cappellino, ha un sorriso grande così e la coppa dell’Australian Open appoggiata accanto. Jannik Sinner campione Slam non è molto diverso dal gemello siamese che l’ha preceduto. Cuore che scoppia nel petto ma entusiasmo pacato, understatement altoatesino, faccia da poker. Gli occhi, però, tradiscono la felicità del bambino al luna park.

     

    Jannik il suo trionfo a 22 anni e 165 giorni, re dell’Australian Open più giovane dopo Djokovic (20 anni e 250 giorni nel 2008), ha fatto il giro del mondo insieme alla bella dedica ai genitori.

     

    JANNIK SINNER - AUSTRALIAN OPEN JANNIK SINNER - AUSTRALIAN OPEN

    Perché era importante citarli, durante la premiazione?

    «Sono andato via di casa a 13 anni, costretto a crescere velocemente: ho imparato da solo a fare la lavanderia, a cucinare, a fare la spesa. Per un genitore lasciare andare un figlio così presto non è facile. Ci siamo persi molte cose che sto cercando di recuperare con mio papà, che ogni tanto mi accompagna ai tornei. Ma l’adolescenza è persa».

     

    Sono stati contenti, a casa?

    «Non li ho ancora sentiti. A loro non piace apparire: ho voluto fare una cosa carina per farli sentire speciali per una volta. Ho avuto la fortuna che i miei non mi mettessero pressione: non è così per tutti i ragazzi […] che provano a costruirsi una carriera. Poi, forte lo diventi col lavoro».

     

    SINNER GENITORI SINNER GENITORI

    Rotto il ghiaccio con lo Slam, viene il difficile: tutta Italia vorrebbe un pezzetto di Sinner, dalla politica al festival di Sanremo.

    «Ho fatto un ottimo torneo, sono contento ma non cambierò. Ero e resto Jannik. C’è ancora tanto lavoro da fare però ho la certezza che con il team stiamo facendo le cose giuste. La cosa più bella è viverle insieme con serenità».

     

     

     

    matteo berrettini a sanremo 1 matteo berrettini a sanremo 1

    È pronto a uscire dalla dimensione dello sport per diventare un personaggio pop?

    «Sono molto tranquillo: non ho nessuna intenzione di alterare le mie priorità, il tennis rimarrà la cosa più importante nella mia vita. Adesso mi riposo qualche giorno e poi torno in campo. Non c’è nulla da cambiare, rispetto a prima. Sono felice di aver dato una gioia ai tifosi italiani e di aver fatto una cosa positiva per il Paese ma il lavoro non è finito, anzi: è appena cominciato. Devo tornare in palestra, diventare più forte fisicamente, anche mentalmente qualcosina si può aggiungere. Gli avversari ormai mi conoscono bene...».

    jannik sinner da piccolo jannik sinner da piccolo

     

    […] Il discorso da fare giovedì al Quirinale quando verrà ricevuto insieme alla squadra di Davis dal presidente Mattarella è pronto, Jannik?

    «Lo devo ancora preparare... Sono stato un po’ preso».

     

    Ma insomma, a farsi celebrare a Sanremo ci andrà?

    «Conoscendomi, io non ci andrei. Canto malissimo, ballo peggio: sono negato. Qui a Melbourne hanno provato a farmi intonare lo jodel... Lasciamo perdere! Devo giocare a tennis, io».

     

    Ha ringraziato mamma e papà per la libertà che le hanno concesso: cos’è per lei la libertà?

    «Sciare sulle mie montagne, guidare il kart, giocare alla Playstation, stare su un campo da tennis. Mi sento davvero libero quando faccio le cose semplici».

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