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Matteo De Santis per “la Stampa”
Non salito sul volo di gruppo del rientro da Faro e rimasto con tutti i permessi a terra per passare il Natale in famiglia, come gli altri componenti della colonia lusitana della Roma (il portiere Rui Patricio, il gm Tiago Pinto e il fido collaboratore Nuno Santos), José Mourinho troverà sotto l'albero un pensiero della Federcalcio portoghese.
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Il contenuto del pacchetto è dichiarato: la proposta di commissario tecnico della Nazionale, "liberata" dalla monumentale ma anche ingombrante (per Mou già dai tempi della convivenza al Real Madrid) sagoma di Cristiano Ronaldo, per un ciclo che comprenderebbe sia gli Europei tedeschi del 2024 che i Mondiali tra Usa, Canada e Messico di due anni dopo.
Forse già oggi Fernando Gomes, numero uno della Federação Portuguesa de Futebol, consegnerà direttamente il regalo nelle mani di Mou: tra il rifiutarlo e rispedirlo direttamente al mittente o l'accettarlo, se subito (sperando nell'improbabile concessione del doppio impiego) o da giugno, c'è di mezzo la posizione, tutt' altro che secondaria, della Roma, con cui il precettore di Setubal è vincolato da regolare contratto a tempo pieno da 7,5 milioni netti a stagione (più premi e bonus) fino al 30 giugno 2024.
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L'intrigo del Natale romanista è servito: appuntamento a lunedì, al rientro nel ranch di Trigoria, tra i piani alti manageriali romanisti e lo Special One, con l'eventuale offerta da successore di Fernando Santos in tasca, per fare il primo punto di una situazione che rischia di complicarsi con il trascorrere dei giorni e potrebbe coinvolgere anche il Brasile, a caccia di un ct da annunciare entro fine gennaio.
Una partita a poker, nel bel mezzo di una stagione che vede la Roma a tre punti dalla terra promessa del quarto posto e ancora in lizza in Europa League e Coppa Italia, in cui il confine tra bluff e mano vincente risulta sempre più labile. Anche i silenzi di Mourinho nel ritiro giallorosso di Albufeira, terminato ieri con il 3-0 rifilato agli olandesi dell'Rkc Waalwijk, sembrano celare altro: la legittima curiosità e tentazione di ascoltare le proposte del Portogallo, ma anche qualche dubbio circa le prospettive di crescita future sia del telaio di calciatori a disposizione che dell'orizzonte di spesa del progetto dei Friedkin.
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Un linguaggio del corpo totalmente diverso da quello della scorsa estate, quando lo Special sull'onda della Conference League si mosse in prima persona per vincere più di qualche resistenza concettuale a Trigoria per arrivare al prestito di Wijnaldum (poi infortunatosi) e ai parametri zero Dybala e Belotti. Lo scenario, in poco più di sei mesi, è mutato: la Federcalcio portoghese, a cui andrebbe bene anche il doppio incarico, sta per fare la prima mossa. Quasi propedeutica al chiarimento d'intenti tra Mou e la Roma. Un divorzio immediato, nel peggiore dei casi, avrebbe tutti i crismi del tradimento.
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Parola comune nel vocabolario romanista dallo scorso 9 novembre, data dello sfogo di Mourinho nei confronti di Karsdorp dopo Sassuolo-Roma. «La Fifpro - la nota di ieri della Federazione internazionale dei calciatori professionisti - condanna il trattamento riservato dalla Roma a Rick Karsdorp, vittima di una campagna di mobbing e accusato in pubblico di essere un "traditore", un termine offensivo che la direzione del club non ha condannato e per cui non si è scusato». Ultime parole famose?