Riccardo Crivelli per gazzetta.it
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E’ nata una stella, che può dominare i massimi per i prossimi dieci anni con la forza e la personalità del primo Tyson. Applausi al vecchio guerriero, che si arrende solo al termine di una sfida straordinaria, intensa, meravigliosa, che riporta il pugilato ai fasti delle notti storiche. L’atteso Mondiale dei massimi tra Anthony Joshua e Wladimir Klitschko premia il campione inglese, che si impone per ko tecnico all’11° round in un match che non ha certo tradito le attese.
Lo stadio di Wembley è uno straordinario spettacolo di ribollente passione nella serata in cui abbandona per una volta il calcio e si sposa alla grande boxe. Sono in 90.000 in tribuna e nel parterre a seguire il Mondiale tra Anthony Joshua, 27 anni, il campione di casa, l’uomo che nel 2012 proprio all’Olimpiade di Londra conquistò l’oro con un verdetto regalato contro il nostro Roberto Cammarelle e lo sfidante Wladimir Klitschko, l’ucraino che ha dominato la categoria per un decennio dal 2006 e che a 41 anni tenta di risalire sul trono per la terza volta in carriera, dopo essere stato sconfitto nel novembre 2015 da un altro britannico, Tyson Fury. In palio ci sono le corone super Wba, Ibf e Ibo, ma in realtà, malgrado Deontay Wilder, titolare Wbc, potrebbe non essere d’accordo, chi vince stasera è l’indiscusso padrone dei massimi.
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Si affrontano due pugili con la stessa altezza, 1.98, ma con caratteristiche diverse, non soltanto per l’età: Joshua è esplosivo, può risolvere con un colpo solo (18 vittorie, 18 ko) ma non cerca con ossessione la corta distanza, preferendo trovare la misura muovendosi rapidamente sulle gambe. Klitschko è un maestro nell’uso del jab sinistro con cui tiene lontani gli avversari, per poi scattare con il destro caricato. Enorme, come ovvio, la differenza d’esperienza: 44 round per l’inglese, 358 per Klitschko, che ha un record di 64 vittorie e 4 sconfitte. Eppure, l’avvio è sorprendente, perché è l’ucraino a mettersi a centro ring, cercando di trovare il varco giusto mulinando rapidamente le braccia, mentre Joshua rimane guardingo alla ricerca del colpo di maglio. E’ dello sfidante il primo destro pericoloso, a inizio secondo round, subito ripagato da un destro di Joshua, che nelle prime riprese è più preciso e convincente nonostante l’attivismo dell’ucraino.
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Il match, fin lì piuttosto teso, equilibrato ma senza sussulti importanti. esplode nel quinto round, con Joshua che entra sul ring al suono della campana come fosse stato elettrizzato da una scossa a mille volt: un gancio sinistro scuote Klitschko, la serie che ne segue dell’inglese è un po’ confusa ma almeno un altro destro arriva a segno e Wladimir si inginocchia al tappeto per il giusto conteggio. Ne seguono 30 secondi di caccia all’uomo, con Joshua che cerca la chiusura definitiva e l’ucraino a opporsi solo con l’orgoglio.
Ma non bisogna mai sottovalutare le qualità di un campione enorme come Klitschko, che va a segno con un diretto destro che spegne provvisoriamente la luce a Joshua, ora in grande difficoltà e incerto sulle gambe sulle serie in avanzamento del rivale, clamorosamente resuscitato. E nel sesto round il valore di Klitschko si sublima in un altro diretto destro, il suo colpo migliore, che centra in bocca l’inglese e lo atterra: un clamoroso cambio di scenario, perché il campione di Watford adesso sembra davvero vicino al ko. Per due riprese, Klitschko controlla, sembra padrone, aziona il jab sinistro per arginare un avversario comunque un po’ confuso e cerca il pertugio per infilare il colpo definitivo. I 90.000 lo sostengono a gran voce, nel 10° round Joshua finalmente si risolleva fermando l’onda ucraina e tornando a vincere un round. Che equilibrio!
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la conclusione — Ma Anthony, l’uomo che non aveva mai superato le sette riprese in carriera e che aveva fin qui trovato avversari abbastanza morbidi, dimostra la stoffa del predestinato e nell’11° round cambia improvvisamente ritmo, aggredendo fin dal gong e andandosi a prendere una vittoria meritata e fantastica, costruita con un montante destro che travolge le resistenze di Klitschko e che avrebbe mandato definitivamente al tappeto ogni altro avversario. Wladimir, dopo l’atterramento e il conteggio, con orgoglio e forza della disperazione prova a resistere, va di nuovo giù dopo un’altra pesante serie chiusa da un gancio sinistro e poi deve arrendersi alla giusta decisione arbitrale di sospendere il match dopo un altro incessante bombardamento di Joshua. Che match. Che notte. Che campioni. E la boxe ne esce in trionfo.
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