L’energia della mia terra in questo progetto incredibile ? Grazie @lorenzojova per avermi voluto?
Questo sì che è Nu Juorno Buono ? pic.twitter.com/whamsF8ZIr
— Rocco Hunt (@RoccoHunt) 14 luglio 2019
Lucio Masolino per il Fatto Quotidiano
jovanotti jova beach party
"Aiuta a differenziare correttamente i rifiuti e invita gli altri a farlo. Diventa volontario al 'Jova Beach Party'". Nessuna paga. Non è un lavoro, ma per stare più di 10 ore sotto il sole, in spiaggia, a spiegare "agli altri" (che invece pagano 60 euro per ascoltare Jovanotti, ndr) come si fa la differenziata, in cambio ci sarà un panino, una bibita, i gadget e, soprattutto, l' accesso gratuito al concerto.
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Archiviati i problemi della prima tappa, riscontrati a Lignano Sabbiadoro, sulle code infinite alle casse, sul cibo (poco) e sui token (i gettoni che servono ad acquistare all' interno dell' area) non rimborsabili, dopo il concerto di Rimini la polemica esplosa sui social riguarda la scelta degli organizzatori del 'Jova Beach Party' di ricorrere ai volontari non pagati. "Beach Angel" li chiama la cooperativa 'Erica' che, nell' annuncio pubblicato sul sito, spiega cosa deve fare il volontario per ricevere il panino, l' ingresso gratuito al concerto e i gadget: "Il tuo impegno, dalle 14 alle 24, sarà di presidiare i contenitori della raccolta differenziata dislocati sull' area dell' evento e informare le persone su come fare bene la raccolta differenziata".
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"Guarda mamma come ci si diverte a far lavorare la gente gratis, a non fare i contratti e guadagnare un casino di soldi". In un articolo pubblicato sulla rivista Jacobin Italia, Marta Fana (dottore di ricerca in Economia allo IEP Sciences Po di Parigi) prende in prestito le frasi della canzone Ragazzo fortunato, proprio di Jovanotti, per criticare la scelta degli organizzatori del concerto.
"Verrebbe da fare ironia - scrive infatti l' autrice del libro Non è lavoro, è sfruttamento (Laterza) - se non si trattasse di una situazione talmente seria da non poterci permettere alcun sarcasmo. Pare che in media il costo di produzione di ciascuna data si aggiri attorno al milione e mezzo di euro e facendo due calcoli, con una media di 50 mila spettatori al modico prezzo di 60 euro ciascuno, il fatturato di tre milioni.
Profitto 1,5 milioni di euro a serata. Panino più bibita più maglietta e cappellino per chi invece lavora dalla mattina a notte inoltrata". Secondo Fana, "il caso del Jova Beach Party è emblematico. Sul lavoro gratuito, rinominato volontariato, oggi poggiano interi settori economici che fanno profitto, che hanno bisogno di lavoratori ma possono far leva sull' immaginario del volontario sorridente per risparmiare sui costi e quindi fare più profitti". La pensa allo stesso modo Jasmine Cristallo, l' ideatrice della cosiddetta "Rivolta dei Balconi" che, partita da Catanzaro, ha accompagnato la campagna elettorale per le Europee del ministro Salvini.
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"Non è così nella maniera più assoluta. I volontari non raccattano i rifiuti". Dalia Gaberscik, tra gli organizzatori del tour, parla di informazioni errate: "Abbiamo una cooperativa che si chiama 'Erica' che si occupa di tante cose, come il Giro d' Italia, e che ha fatto un progetto di raccolta differenziata dei rifiuti al 'Jova Beach Party'. Attraverso 'Erica' si reclutano questi volontari ai quali viene data l' opportunità di entrare al concerto a patto che diano una mano a presidiare le aree. Non c' è nessun lavoro di raccolta o di trasporto dei rifiuti. Potremmo anche non averli i volontari, non svolgono un lavoro collegato alla riuscita del concerto".
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Il perché lo spiega l' amministratore delegato della coop 'Erica' Roberto Cavallo: È un' opportunità di dare una mano. Noi non chiediamo ai volontari di raccogliere o trasportare i rifiuti". Al "Jova Beach party" ci sono anche i volontari del Wwf. Anche per loro concerto gratuito, panino e maglietta di Jovanotti. L' associazione animalista, però, fa sapere che "non c' è nessun tipo di compenso. Si tratta di una collaborazione assolutamente gratuita". "Quello che mi va di escludere in maniera netta - sottolinea Antonio Barone del Wwf - è che i nostri volontari si occupino di raccogliere i rifiuti perché non è vero. Fanno un' attività di sensibilizzazione contro l' emergenza da plastica".
JOVANOTTI ALLO JOVA BEACH PARTY
JOVANOTTI E LA SPIAGGIA GIÀ RIPULITA: «CASTEL VOLTURNO MERITA DI PIÙ»
Federico Vacalebre per www.ilmessaggero.it
Poteva essere il nostro Vietnam, la nostra campagna di Russia, ma si doveva provare a farlo. E ce l'abbiamo fatta», racconta Jovanotti nel backstage di Castel Volturno. A fine concerto, sudato, stremato, confuso e felice, lo dice anche al popolo del «beach party», il suo popolo, attratto dalle canzoni, ma anche dall'idea di uno show diverso, per una volta tanto davvero diverso: «Questa è una terra difficile ma ce la può fare. Noi, per esempio abbiamo avuto tutti contro, fin dal primo giorno rompevano i coglioni ma ce l'abbiamo fatta. Questa è terra d'accoglienza e ce la devono fare tutti».
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