MASSIMILIANO NEROZZI per il Corriere della Sera
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Di Cristiano Ronaldo, dentro casa Juve, si parla quasi tutta l'estate, prima di arrivare alla «carta famosa che non deve teoricamente esistere», di cui Cesare Gabasio, capo dell'ufficio legale bianconero, parla con il ds Federico Cherubini, in una telefonata (intercettata) del 23 settembre scorso.
Atterrato il 25 luglio all'aeroporto di Caselle, CR7 aveva accennato all'ipotesi di andarsene nelle chiacchiere con qualche compagno, come poi andrà a fine agosto, con il volo verso Manchester, contea United. Va da sé, che non ci sarebbe stato l'happy end se l'era immaginato anche qualche dirigente, nonostante le comprensibili smentite pubbliche: c'era pur sempre la possibilità che l'asso portoghese fosse rimasto.
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Resta il fatto che la valutazione sul numero 7 si era fatta tecnica, alla luce delle osservazioni di Massimiliano Allegri, ed economica, per una busta paga da 31 milioni di euro (netti). Morale, supportata dalle chiacchiere (non pubbliche) durante il mercato estivo: un acquirente sarebbe stata la miglior via d'uscita. Si arriva dunque all'accordo con il Manchester United, riportato a bilancio nei «fatti di rilievo avvenuti dopo il 30 giugno 2021», quando si chiude l'annata contabile.
Al prezzo di 15 milioni di euro, più altri eventuali 8, una sorta di bonus collegati «al raggiungimento di obiettivi sportivi». Nulla viene invece annotato a proposito di altri accordi con il giocatore e il suo storico amico e agente, Jorge Mendes, nonostante l'ultima stagione a uno stipendio monstre da oltre 50 milioni lordi (che il club avrebbe risparmiato) e, forse, qualche «retribuzione arretrata».
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A tutto ciò si riferisce la «carta famosa», della cui esistenza sono convinti gli investigatori, sulla scorta di quanto viene detto nelle conversazioni telefoniche captate. Ne dubitano, al contrario, i legali degli indagati e del club, gli avvocati Davide Sangiorgio e Maurizio Bellacosa, dello studio legale Severino, che parlano della «presunta esistenza di documentazione della quale, al momento, non risulta il rinvenimento». Da «follow the money», seguite i soldi, vecchio consiglio investigativo, a «follow the paper», seguite la «carta»: quella che continuano a cercare i militari della Guardia di finanza, coordinati dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai pm Mario Bendoni e Ciro Santoriello.
Di certo, alcuni ne hanno parlato al telefono, ma nessuno lo fa di persona, come da verbale di perquisizione del 26 novembre, redatto dagli uomini del nucleo di polizia economico finanziaria delle Fiamme gialle: «Si riceveva riscontro negativo», alla domanda sulla «carta famosa» fatta ad Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene, Cherubini e Gabasio.
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Dell'esistenza ne sono appunto certi Procura e Finanza, ma non per questo è detto che salterà fuori. Poco male - il pensiero degli investigatori - anche perché l'eventuale scrittura privata relativa «al rapporto contrattuale» con CR7 è solo un punto, non il fulcro, delle ipotesi di accusa: l'aver «fraudolentemente» gonfiato le plusvalenze, falsificando così il bilancio degli ultimi tre esercizi.
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