DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Giuseppe Alberto Falci per ilnapolista.it
C’era una volta la Juventus di Massimiliano Allegri. In tanti sostenevano fosse brutta, sparagnina, troppo scolastica, e che si salvasse soltanto grazie alla luce dei singoli. Sia come sia, Allegri è stato accompagnato alla porta dopo la vittoria di un titolo che non sarà una Champions ma resta sempre un titolo.
Ecco poi la Juventus di Thiago Motta, allenatore che piace alla gente che piace. Esaltato dalla grande stampa, inanella due vittorie iniziali in campionato e poi Taac inizia ad annaspare. Lipsia rimane una serata da incorniciare ma resta lontana. La serata di San Siro di domenica scorsa è già solo un ricordo. Veniamo a Juve-Parma. Ennesima formazione cambiata – ricordate quando si criticava l’involuto Allegri perché mutava continuamente lo schieramento iniziale? Ora tutti stanno zitti perché Thiago è bravo ed è anche intelligente calcisticamente.
Sorgono una serie di domande: perché Kalulu fuori e dentro un Danilo che ricorda l’ultimo Alex Sandro? Perché Yildiz fuori dopo la doppietta di Milano? Nessuna risposta dall’altra parte, ovvero da Motta. Altro pareggio in casa allo Stadium, ormai diventato il terreno di chi prende a pallate Madama. Il gioco di Motta non si vede, si scorge semmai una squadra senza idee, una difesa colabrodo, una rosa insufficiente. Una squadra che è appesa al guizzo di Conceiçao o all’incursione di McKennie, considerato un esodato a inizio stagione. Juve a sette punti dal Napoli all’undicesima giornata di campionato. Nemmeno sognare si può più alla Continassa. Aridateci Allegri, l’involuto. Per favore.
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