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    “DOBBIAMO METTERCI NEI PANNI DEGLI ARTISTI RUSSI, ANCHE LORO SOFFRONO E RISCHIANO LA GALERA SE HANNO UN’OPINIONE DIVERSA”. IL TENORE JONAS KAUFMANN, CHE SARA’ CALAF NELLA "TURANDOT" DIRETTA DA PAPPANO, PARLA DEL CASO GERGIEV E RICORDA I RICATTI SESSUALI SUBITI DA RAGAZZO: "A 22 ANNI UN AGENTE MUSICALE MI PROMISE UN DEBUTTO IMPORTANTE SE FOSSI ANDATO CON LUI IN SAUNA" - IN UN DOCUMENTARIO DELLE RAGAZZE INGLESI LE LANCIANO GLI SLIP: “MI CI SONO ABITUATO. SONO LE FANTASIE DEL PUBBLICO. MIA MOGLIE NON È GELOSA…” - VIDEO


     
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    Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”

     

    Jonas Kaufmann Jonas Kaufmann

    Meno male che è un tenore. Jonas Kaufmann, il tedesco dal cuore latino che ama l'Italia, parla mentre orchestra e coro sciamano alla fine delle prove accanto a noi; il brusio si mischia alle considerazioni di un grande cantante su un importante evento culturale: Turandot il 12 all'Accademia di Santa Cecilia (Warner ne farà un cd). Triplice debutto assoluto: per lui nel ruolo di Calaf, per l'algida principessa cantata da Sondra Radvanosky, e per il direttore Antonio Pappano.

     

    Kaufmann, Turandot in forma di concerto, senza azione scenica, cosa si perde e cosa si guadagna?

    Putin Gergiev Nikolsky Putin Gergiev Nikolsky

    «Perde poco un'opera come questa, con così tanti colori. Nelle produzioni "dorate" risulta difficile concentrarsi. Qui tutto è dentro la musica: orientalismo, echi di Mahler, Debussy, Stravinsky. Noi faremo la versione di Alfano completa, senza tagli, che viene proposta poche volte».

     

    Nessun dorma era il marchio di fabbrica di Pavarotti.

    «I confronti sono sempre sbagliati. Quell'aria ha un fascino particolare, anche chi non ascolta musica ne viene preso, è così semplice eppure fa venire la pelle d'oca. Ognuno la canta a modo suo. Con Verdi, un cantante accompagnando l'orchestra può fare qualsiasi cosa, con Puccini c'è almeno uno strumento che suona la stessa melodia. E costringe a svelarti, ti mette a nudo, è quasi impudico».

    jonas kaufmann jonas kaufmann

     

    Durante le prove lei interviene spesso, entra nel territorio del direttore.

    «Diciamo che non sono timido, l'importante è creare qualcosa che piaccia a tutti. Ma sono diplomatico, tendo a trovare la soluzione. Sono altri gli inconvenienti. Proprio con Tony Pappano a Londra, per Otello, dimenticai la spada in camerino: andai a prenderla, tornai di corsa sul palco, d'altra parte era plausibile, essendo appena tornato dal campo di battaglia».

     

    Chi è Calaf?

     «Un giovanotto che viene buttato in quest' avventura e ritrova suo padre, lo spodestato re Timur, in una massa di schiavi. Quindi prima di tutto è la storia di una vendetta, all'inizio non vuole altro che combattere Turandot. Rispondere agli enigmi è lo sbaglio che mette in difficoltà sia suo padre che Liù».

    jonas kaufmann netrebko jonas kaufmann netrebko

     

    In fondo, quello di Turandot è un ricatto sessuale: lei ne ha mai vissuti?

    «Sì, a 22 anni. Un agente musicale mi promise un debutto importante se fossi andato con lui in sauna. Mi sono deciso a rivelarlo quando è scoppiato il Me Too».

     

    Gergiev, «licenziato» dalla Scala per non aver preso posizione contro Putin.

    JONAS KAUFMANN JONAS KAUFMANN

    «Non sono preoccupato per lui ma per tutti i teatri russi e gli artisti che in Russia dipendono dallo Stato, se non hai buoni rapporti è difficile chiedere denaro. Non si può cancellare la loro cultura. La storia è complessa, è difficile per noi capire la pressione a cui è sottoposto il popolo russo in termini economici e di libertà individuale.

     

    Dobbiamo metterci nei loro panni prima di formulare giudizi netti. Poi se ti mettono in galera per un'opinione diversa... La musica tocca corde che fanno capire che siamo tutti uguali. Sono ambasciatore dell'Onu per il programma Scopi della civiltà e non è più tempo per Vissi d'arte, la soluzione di un conflitto non può essere la guerra: siamo un'unica umanità e dobbiamo risolvere i problemi insieme, clima, Covid, guerre».

     

    Cosa vuol dire diventare padri a quasi 50 anni?

     «E' bello, il mio quarto figlio lo vedrò crescere con un altro spirito, non come quando c'era solo la carriera al centro. Sono più rilassato».

     

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    JONAS KAUFMANN JONAS KAUFMANN

    «È l'errore di chi scambia il palcoscenico con il privato. Mi ci sono abituato, non è scioccante come in passato. Sono le fantasie del pubblico. Mia moglie è allegra, quando succede non è gelosa».

     

    Mai pensato al cinema?

    «Mi piacerebbe, adoravo Fellini, Martone mi ha chiesto:perché non fai un film?».

     

    Tutti hanno momenti difficili nella carriera: lei?

    Anna NETREBKO E Jonas KAUFMANN ult (4) Anna NETREBKO E Jonas KAUFMANN ult (4)

    «Nel 2017 ho avuto una crisi vocale, sono stato fortunato con un coach che mi ha insegnato come evitare lo stress vocale, e a farmi tenere giù la laringe. Se penso a un'altra fase delicata, fu quando da giovane il teatro della mia città, Monaco, in 15 anni mi chiamò per la miseria di quattro recite, e avevo cantato a New York, a Londra, alla Scala... L'importante è non avere fretta, avere fiducia. Tornerò a Milano così come al San Carlo, ormai se la battono, a Napoli l'altro mio teatro importante in Italia».

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