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    LASAGNA, IL GOL È SERVITO - L’ATTACCANTE DEL CARPI CHE HA BLOCCATO L’INTER SULL’1-1 E’ TIFOSO NERAZZURRO, ITALIANISSIMO E 4 ANNI FA GIOCAVA IN PROMOZIONE - INVECE DI COMPRARE BIDONI ALL’ESTERO, GLI ALLENATORI (MANCINI IN TESTA) BUTTINO UN OCCHIO IN PROVINCIA


     
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    KEVIN LASAGNA KEVIN LASAGNA

    Francesco Saverio Intorcia per “la Repubblica”

     

    Se avesse previsto tutto questo quattro anni fa, quando giocava in Promozione e arrotondava il salario in estate con i tornei delle feste paesane, se insomma alla sagra dello struzzo a Governolo una sera avesse blaterato di un gol all’Inter in A, lui che è tifoso nerazzurro, l’avrebbero preso per matto. Invece Kevin Lasagna, 23 anni, mantovano di San Benedetto Po, sul prato di San Siro ha completato la corsa di una vita, costellata di spigoli e di risatine per quel cognome ricco di carboidrati, che pure figura 426 volte negli elenchi telefonici italiani.

     

    Il pranzo è servito, all’Inter servirà un po’ per digerirlo. Il pari del Carpi in pieno recupero l’ha segnato un altro carneade della banda Castori, falcata da sprinter e mancino da chirurgo, lui che nacque ala e mutò in centravanti. Non sta nella pelle, adesso, Kevin Lasagna, parla come leggesse già i titoli dei giornali. «Mamma mia, è un sogno, il mio primo gol in A proprio alla Scala del calcio. Dovrò pagare una cena a tutta la squadra, l’avevo promesso, in fondo non vedevo l’ora.

     

    KEVIN LASAGNA KEVIN LASAGNA

    Un gol importantissimo perché continua a darci fiducia, possiamo salvarci, ci crediamo. Ci siamo sbloccati, era solo una questione mentale». Sin dai giorni della promozione in A, Lasagna aveva in mente soltanto una partita: «Voglio andare a San Siro contro l’Inter». Il suo cuore nerazzurro aveva provato inconsciamente ad avvisare Mancini a luglio, dopo la rete innocua siglata nel 4-2 fra Inter e Carpi, in amichevole a Riscone di Brunico.

     

    KEVIN LASAGNA KEVIN LASAGNA

    «Questo gol me lo tengo stretto, ma ora voglio rifarlo a Milano, in campionato», disse il profeta Kevin, nome da commedia americana come la sorella Sharon. «Piacevano ai miei genitori ma non c’entrano gli attori di Hollywood », giura. Il curriculum è magro, quattro anni nelle giovanili del Chievo, la juniores nel “Sant’Egidio e San Pio X” e nel Suzzara. Quindi la Governolese, due stagioni in Promozione lombarda, nei luoghi in cui Leone Magno fermò Attila: i pirati del Mincio è il soprannome della squadra, Lasagna è una macchina da gol in tandem con Samuele Paldetti (che oggi è al Gonzaga, prima categoria).

    KEVIN LASAGNA KEVIN LASAGNA

     

    Kevin passa l’esame da geometra, non quello da attaccante: lo scartano Lumezzane, Mantova, Castiglione, Virtus Verona. Va al Cerea in D, lì lo prende l’Este, stessa categoria: quando arriva lui, e non Emiliano Bonazzoli, le battute si sprecano. Lasagna non se ne cura, segna 21 gol, vince il “pallone d’oro” della Gazzetta di Mantova.

    «Che poi a me le lasagne piacciono, ma preferisco i cappelletti in brodo», scherza.

     

    KEVIN LASAGNA KEVIN LASAGNA

    Il suo procuratore Massimo Briaschi lo segnala a Cristiano Giuntoli per il Carpi che lo paga 75mila euro, gli fa firmare un triennale da 40mila euro a stagione (ora ritoccato a 150) e lo lancia in B. Gestito saggiamente da Castori, nutrito dalla cucina di mamma Tiziana, Lasagna fra i cadetti segna 5 gol e con la sua semplicità conquista i tifosi che coniano il marchio KL15, facendo il verso a CR7 di Cristiano Ronaldo. Inutile inseguirlo ieri al minuto 92. Non l’avrebbe raggiunto nessuno.

     

     

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