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    KNOCKIN' ON DOCTOR’S DOOR - DAL 1970 SONO 213 GLI STUDI SCIENTIFICI CHE HANNO PRESO TITOLI O FRASI DI CANZONI DEL “MEDICO MANCATO” BOB DYLAN - IL MOTIVO PIÙ CITATO È “THE TIMES THEY ARE A CHANGING”, SEGUITO A RUOTA DA “BLOWING IN THE WIND”


     
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    Federico Mereta per “corriere.it”

     

    “Nitric Oxide and inflammation: the answer is blowing in the wind”. Titolava così quasi vent’anni fa uno dei più prestigiosi articoli scientifici sul ruolo dell’ossido nitrico nei meccanismi che creano l’infiammazione, apparso su Nature Medicine.

     

     

    A colpire l’attenzione di alcuni scienziati, per una volta, non è stato però il tema, quanto piuttosto il richiamo ad una storica canzone di Bob Dylan, che ha animato i sogni di intere generazioni. E così il bibliotecario Carl Gornitzi, la statistica Agne Larsson e il docente Bengt Fadeel, tutti dell’Istituto Karolinska di Stoccolma, hanno voluto seguire le tracce delle musiche di Robert Allen Zimmermann (questo il vero nome del cantautore) nella letteratura scientifica.

     

    UNA RICERCA SUI TITOLI DELLE CANZONI

    DYLAN DYLAN

    La sorpresa è stata grande, stando a quanto riportano gli stessi studiosi, quasi a testimoniare l’impatto della musica d’autore sul vissuto dei ricercatori di tutto il mondo, e quindi anche nel loro modo di proporre le ricerche alla comunità scientifica.

     

    La prova viene da un lavoro pubblicato su British Medical Journal, che dimostra come sarebbero ben 213 gli studi che in qualche modo ricordano le canzoni di Dylan. Il motivo più citato dagli studi – scrivono gli scienziati svedesi – è sicuramente “The Times They are a Changing”, con ben 135 segnalazioni, seguito a ruota dalla celeberrima “Blowing in the Wind”.

     

    Ma non mancano le curiosità in questa accurata analisi di ricerche che trattano tematiche diametralmente opposte tra loro: ad esempio, la prima citazione storica risale al 1970 su Journal of Practical Nursing. Poi, con il progressivo aumento degli spunti musicali, la scienza si è sempre più accorta della forza comunicativa di titoli indimenticabili.

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    Così “Knockin on Heaven’s Door” del 1973 diventa un modo per svelare i segreti di un allergene: il titolo della ricerca pubblicata diventa quindi “Knockin on pollen’s door”. Lo studio, anche con immagini, dimostra come si sviluppino i primi eventi della germinazione del polline di arabidopsis, una pianta della famiglia delle brassicacee che può dare reazioni allergiche molto intense.

     

    DYLAN MEDICO «MANCATO»

    CAMBIARE IL DNA PER CORREGGERE I MITOCONDRI CAMBIARE IL DNA PER CORREGGERE I MITOCONDRI

    Probabilmente tutte queste citazioni – il numero è cresciuto esponenzialmente dopo il 1990 e addirittura su Nature si trovano sei diversi lavori che citano testi del cantautore – debbono aver fatto molto piacere a Dylan. Lui stesso, nella canzone “Don’t Fall Apart On Me Tonight”, ricorda come avrebbe voluto fare il medico. In ogni caso, questa testimonianza della scienza nei suoi confronti è di quelle che davvero debbono far piacere.

     

    Gli stessi ricercatori svedesi ricordano come in un articolo realizzato all’Istituto Karolinska, addirittura si fa una “doppietta” di citazioni nel titolo di un lavoro che ha preso in esame i meccanismi attraverso cui cellule progenitrici del sangue potrebbe trasformarsi in neuroni.

     

    Il titolo della ricerca è “Blood on the tracks: a simple twist of fate”: la prima parte viene da un album del 1975, mentre la seconda è una canzone proprio intitolata così, contenuta nella stessa raccolta. Infine, ci sono stati casi in cui i ricercatori hanno giocato sul titolo di una canzone.

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    “Like a Rolling Stones” è quindi diventata, in termini scientifici, “Like a rolling histone” nell’ambito di una ricerca condotta sull’epigenetica, la scienza che studia gli effetti dell’ambiente sul patrimonio genetico umano. Gli esempi dell’impatto delle musiche di Dylan potrebbe proseguire a lungo, perché sono davvero tante le citazioni riportate sul British Medical Journal.

     

    ARTICOLI CON ECHI DI DYLAN MENO CITATI

     

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    Rimane però una punta di insoddisfazione nel vedere che quando gli autori dei tanti studi che hanno tratto ispirazione dalle arie del cantautore americano non si sono giovati di queste divagazioni musicali, almeno in termine di attenzione da parte della comunità scientifica.

     

    Gli articoli che riportano parole delle canzoni risultano meno “citati” nelle varie voci bibliografiche rispetto ad altri che hanno affrontato la stessa tematica. Ma questo, forse, significa poco di fronte all’intensità delle parole e della musica.

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