Alessia Marani per “il Messaggero”
IVANO VITTI - AGGRESSIONE DI UN GAMBIANO A SAN LORENZO
«Scimmia, negro de' merda devi anna' via, nun te volemo qua». E giù botte, calci in faccia, bastonate, spunta anche un coltello a San Lorenzo, dentro e davanti al pub 32 in via dei Volsci, una volta quartier generale di Autonomia Operaia, oggi «covo» come lo definiscono gli investigatori, di ultras romanisti legati agli ambienti forzanovisti dell'estrema destra, e pregiudicati.
La vittima che resta a terra è Lamin Camara, gambiano di trent'anni, irregolare, precedenti per spaccio e una sfilza di alias dati alla polizia ogni volta che è stato fermato. È un po' alticcio quando all'alba del 17 giugno si affaccia al 32 e chiede, forse un po' insistentemente, una birra. Ma la reazione dei due gestori del locale è spropositata e «bestiale» come sottolinea il gip Tamara De Amicis nell'ordinanza di custodia cautelare che ieri ha spedito in carcere Ivano Vitti, classe 69 e Andrea Chilelli, 45 anni, riconosciuti dalla Digos come gli autori della «vile» aggressione aggravata dall'odio razziale.
IL TESTIMONE
Quella mattina, un abitante svegliato dalle grida, lancia l'allarme. Sul posto arriva un'auto del commissariato locale. Camara si trascina sanguinante su via Tiburtina all'altezza di Villa Mercede. Viene portato in ambulanza in codice rosso all'Umberto I. Ha riportato un trauma cranico, ematomi, una ferita lacero contusa sulla testa, il naso spaccato. Viene refertato con 30 giorni di prognosi, per una settimana gli agenti della Digos non riescono nemmeno a parlarci per quanto è traumatizzato.
IVANO VITTI - AGGRESSIONE DI UN GAMBIANO A SAN LORENZO
Ma le indagini procedono comunque spedite. Il testimone è preciso: vede il gambiano entrare nel locale e poi uscire spintonato dai due che lo colpiscono. Sente anche proferire quelle parole cariche di odio e vede uno dei due (Chilelli) che dopo avere raccolto da terra una bottiglia di vetro sale sul tettuccio di un'auto e, rabbioso, gliela scaglia contro. È sicuro di riconoscere Chilelli come gestore del locale, dell'altro non sa, perché lo ha visto di spalle. A sciogliere ogni dubbio ci pensano le telecamere di videosorveglianza della sala sistema della Polizia di Roma Capitale.
La numero 8 posta tra via degli Equi e via dei Volsci, alle 5.18, inquadra il ragazzo di colore che, proveniente da via di Porta Labicana, parla con alcune persone davanti al pub. Alle 5.23 entra e un minuto dopo ne esce spintonato dai due. Si rannicchia a terra, ma l'uomo calvo con la maglia nera e i bermuda gli sferra dei calci sul viso, mentre l'altro col cappellino e la maglia verde lo batte ripetutamente con un bastone.
Gli aggressori rientrano nel pub, il gambiano si rialza e si intrattiene a parlare con un uomo, già noto alle forze dell'ordine che lavora al bar all'angolo e due ragazze. Alle 5.29 Vitti e Chilelli escono nuovamente, raggiungono Camara e gli dicono qualcosa. Poi eccoli ancora contro di lui.
Vitti toglie di mano il bastone a Chilelli e colpisce lo straniero più volte dietro al collo. Lui scappa su via degli Equi. Chilelli stavolta impugna due bastoni, pure quello di una scopa. La telecamera lo riprende anche mentre sale sulla macchina. Vitti estrae un coltello a serramanico dalla tasca, passa un motociclista che si ferma per capire cosa sta succedendo, ma il cinquantenne lo minaccia.
IVANO VITTI - AGGRESSIONE DI UN GAMBIANO A SAN LORENZO
Gli agenti che vedono e rivedono quei frame non ci mettono molto a riconoscerli: Chilelli lo ricordano negli ambienti della Curva sud dell'Olimpico e poi entrambi hanno precedenti per droga; Vitti anche per reati violenti e armi. Chilelli, invece, annovera altre due analoghe aggressioni, sempre aggravate dall'odio razziale.
UN MASSACRO
Secondo il gip la «connotazione ideologica e xenofoba» dell'aggressione si configura dalle espressioni razziste che seppure riconducibili a uno, non fanno venire meno la «compartecipazione morale dell'altro», la cui azione è stata spinta «dalla volontà di massacrare (questo è il termine esatto a qualificarla) una persona soltanto perché ha una pelle e una nazionalità diversa (...) perché non v'era alcuna ragione, nemmeno in una logica perversamente criminale, per massacrare di botte un giovane che, se non gradito, poteva essere semplicemente invitato a uscire dal locale».
Dietro a una fioriera di via dei Volsci, i poliziotti hanno rinvenuto la scopa sporca di sangue e con la punta piegata dal peso dei colpi; nello scolo di un tombino accanto alla pedana esterna del pub il coltello lungo 8 centimetri. In casa dei due (Vitti lavorerebbe anche con una ditta di marmi) sono stati ritrovati i vestiti indossati in quel giorno. Per il pub, dopo i controlli di rito, non è esclusa la chiusura per motivi di ordine pubblico. Il gambiano è stato portato al Cpr di Ponte Galeria per essere espulso.