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    “STIAMO FINENDO GLI AGGETTIVI PER DESCRIVERE GLI ORRORI CHE HANNO SUBITO I RESIDENTI. LA SITUAZIONE SI STA DETERIORANDO” – L’ALLARME DELLA CROCEROSSA PER IL FALLIMENTO DEL CORRIDOIO UMANITARIO A MARIUPOL – IL CESSATE IL FUOCO NON È SERVITO A NIENTE: ALMENO 5.000 PERSONE SONO STATE UCCISE, 170.000 SONO SENZA CIBO, ACQUA ED ELETTRICITÀ E LA CITTÀ È PER IL 90% DISTRUTTA – “LE FORZE RUSSE HANNO CONFISCATO 14 TONNELLATE DI AIUTI UMANITARI, CIBO E MEDICINE, DAGLI AUTOBUS DIRETTI A MELITOPOL…


     
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    mariupol dall alto dopo i bombardamenti russi mariupol dall alto dopo i bombardamenti russi

    1 - UCRAINA: ZELENSKY, ALMENO 5.000 MORTI A MARIUPOL 

    (ANSA) - Almeno 5.000 persone sono state uccise a Mariupol, città assediata dalle forze armate russe. Lo ha detto in un videomessaggio il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, citando le autorità locali come riporta il Guardian. Sono in corso trattative per la rimozione dei corpi dalle strade. 

     

    mariupol devastata dai bombardamenti russi mariupol devastata dai bombardamenti russi

    Si stima - ha aggiunto - che "circa 170.000 persone stiano ancora lì ad affrontare la carenza di cibo, acqua e elettricità: la Croce Rossa ha affermato che una squadra diretta in città per un'evacuazione ha dovuto tornare indietro venerdì in quanto le condizioni hanno reso impossibile procedere, un altro tentativo verrà effettuato sabato".

     

    fosse comuni a mariupol fosse comuni a mariupol

    2 - MARIUPOL IL DRAMMA DELL'EVACUAZIONE " È UN MARTIRIO SENZA FINE"

    Letizia Tortello per “la Stampa”

     

    «Affinché l'operazione abbia successo, è fondamentale che le parti rispettino gli accordi e forniscano le condizioni e le garanzie di sicurezza necessarie». La Croce Rossa l'ha spiegato così, chiamando all'appello entrambe le parti in conflitto, indistintamente.

     

    ACCERCHIAMENTO DI MARIUPOL ACCERCHIAMENTO DI MARIUPOL

    Non ci si può schierare a favore di nessuno, quando un corridoio umanitario fallisce. Doveva portare in salvo 2 mila civili dal martirio di Mariupol. Quarantacinque bus, più tre auto e nove membri del personale erano partiti da Berdyansk per svuotare col cucchiaino la città in cenere del Sudest, simbolo del più grande massacro della guerra. Decine di altre auto private dei cittadini avrebbero dovuto seguire il convoglio fuori dal centro portuale, con tutti i rischi di passare i check-point e diventare bersaglio della rappresaglia russa. 

    CROCE ROSSA DI MARIUPOL BOMBARDATA DAI RUSSI CROCE ROSSA DI MARIUPOL BOMBARDATA DAI RUSSI

     

    La destinazione sarebbe dovuta essere Zaporizhzhia. I civili si erano radunati prima delle 10 del mattino, le regole erano state fatte filtrare da Mosca, in attesa del treno della salvezza. Una delle ultime opportunità di scappare da un luogo ancora popolato da 100 mila persone, in condizioni disumane: niente acqua, luce, riscaldamento, con le bombe e i colpi di mortaio che danno tregua solo qualche ora.

    edificio della croce rossa bombardato dai russi a mariupol 4 edificio della croce rossa bombardato dai russi a mariupol 4

     

    Ma l'operazione non è mai avvenuta. L'appello personale per un cessate il fuoco temporaneo l'avevano fatto i leader di Francia e Germania al presidente Putin. Non è servito a niente. Da qualche parte, e non ha importanza sapere chi sono stati i responsabili, si sparava. «Per gli abitanti di Mariupol il tempo sta scadendo - ha implorato Ewan Watson, portavoce del Croce Rossa a Ginevra -. Non esiste un piano B. Stiamo finendo gli aggettivi per descrivere gli orrori che hanno subito i residenti. La situazione è orrenda, si sta deteriorando». 

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    L'imperativo era anche di far arrivare gli aiuti per chi ancora resta. Nulla di fatto. Mancavano le condizioni di sicurezza, senza le quali la Cicr, che aveva avuto l'ok dai massimi livelli di entrambe gli schieramenti ma non sufficienti garanzie sui dettagli, ha preferito indietreggiare. Mentre tremila persone, secondo fonti ucraine, sono riuscite a scappare con bus e auto private. 

     

    «Noi siamo dovuti tornare a Zaporizhzhia - dicono i vertici Cicr -, era impossibile procedere». Da settimane i corridoi umanitari vengono bloccati: annunciati e poi interrotti da minacce o spari, con reciproci scambi di responsabilità tra russi e ucraini. I civili restano ammassati con il fiato sospeso alle porte della città. La paura, il freddo e la fame li tengono in ostaggio da un tempo che sembra infinito.

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    Ci si dovrà riprovare oggi, in quello che sembra uno stillicidio. Il governatore ucraino di Donetsk, Pavlo Kyrylenko ha incolpato la Russia di aver infranto le promesse. Ma c'è di più. «Le forze russe hanno confiscato 14 tonnellate di aiuti umanitari, cibo e medicine, dagli autobus diretti a Melitopol», a due ore da Mariupol. A sostenerlo è stata la ministra ucraina Iryna Vereshchuk.

    Ha funzionato, invece, la fuga da Melitopol verso Zaporizhzhia, come ha scritto su Facebook il sindaco Ivan Fedorov.

    mariupol distrutta 6 mariupol distrutta 6

     

    Cinquecento persone sono riuscite a uscire. Una goccia nel mare, ma la missione è andata in porto. Per Mariupol, per contro, ieri sono stati ancora un giorno e una notte di terrore e disperazione. La città è per il 90% distrutta. Sette ospedali, praticamente tutti, sono stati danneggiati, tre irrimediabilmente. A questi si aggiungono tre strutture sanitarie infantili, sette istituti superiori, 57 scuole e 70 asili nido. E ancora, numerose fabbriche e il porto. Per rimetterla in piedi, «serviranno almeno 10 miliardi di dollari», sentenzia il primo cittadino Vadym Boychenko. 

     

    mariupol mariupol

    E assicura: «Una volta finita questa guerra, sarà la Russia a dover pagare. Non solo per la ricostruzione della città, ma per le enormi sofferenze inflitte ai nostri cittadini». «Lasciate uscire la gente! Prima che sia troppo tardi», è la preghiera della Croce Rossa, per oggi e per le prossime settimane. Circa 140.000 persone sono scappate da Mariupol prima che fosse circondata, 150.000 sono riuscite ad andarsene quando i russi stavano entrando, tra 30 mila e 45 mila (secondo Kiev) sono state deportate in Russia. Per chi resta, le speranze di sopravvivere sono sempre più flebili. -

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