Estratto dell'articolo di Renato Bazzini per Il Mattino
AURELIO DE LAURENTIIS INTERVISTATO DA MAURIZIO MOLINARI
Le ambizioni di Aurelio De Laurentiis sono tipiche di un imprenditore di successo.
Ha appena vinto uno scudetto con una società riesumata dalle ceneri riscattando anni di vilipendio, è normale che voglia rivivere quanto prima quell’ebbrezza. Così, appena vinto il tricolore, ha dichiarato il nuovo obiettivo: «Alzare la Champions League». È tutto normale dal suo punto di vista, ma è anche tutto altamente tossico per chi osserva da fuori, specialmente gli allenatori candidati a sostituire Luciano Spalletti che quella nube l’ha annusata in anticipo, essendoci dentro.
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AUTOGOL Non è vero che preferisce i soldi della Premier League o degli emiri, né che ritiene migliori i progetti del Tottenham o del Psg, club che hanno parecchi problemi a raggiungere gli obiettivi prefissati: è che la pensa come Spalletti. Se la richiesta è vincere la Champions, allenare il Napoli è un autogol, soprattutto per un tecnico che deve rientrare nel giro dei club dopo quattro anni da ct.
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Benitez e Pecchia accetterebbero per rispolverare la carriera o innalzarla, ma sono l’eccezione alla regola, infatti non rientrano nella lista di candidati. Vale anche per Gasperini, per cui bisognerebbe smantellare l’impalcatura dello scudetto. Nella cerchia di nomi c’era Thiago Motta, ma anche lui ha declinato durante un incontro a Roma con De Laurentiis in persona. Un mister in rampa di lancio preferisce rimanere a Bologna piuttosto che allenare i campioni d’Italia? Ebbene sì, per non rischiare di bruciarsi. Anche Conceicao è stato contattato, ma si è deciso di non approfondire. In questo caso, il dubbio era reciproco e peraltro servivano 10 milioni per svincolarlo dal Porto.
È la stessa cifra che chiede il Bayern per liberare Nagelsmann, prigioniero del suo vecchio contratto fino al 2026. Il tedesco però ha chiesto tempo: il Napoli non è la sua prima scelta, il che è tutto dire per un allenatore che è stato esonerato. L’unico con cui De Laurentiis non ha ancora potuto parlare è diventato il prescelto: trattasi di Vincenzo Italiano, che ha chiesto ai suoi agenti di fare scudo finché non avrà disputato la finale di Conference (mercoledì) con la sua Fiorentina.
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Il contratto è simile a quello di Spalletti (biennale più uno a 3 milioni), ma il problema non è economico. È morale: Italiano sa di non essere la prima scelta bensì la quarta o quinta. In più, un’eventuale sconfitta in finale potrebbe convincerlo a ritentare la fortuna con la Fiorentina. Aquel punto De Laurentiis dovrà passare alla lista di riserva. Ma si domanderà come mai il suo Napoli è diventato il piano B dei grandi allenatori?
DE LAURENTIIS AFFARI DI FAMIGLIA
Estratto dell'articolo di Pino Taormina per il Mattino
aurelio de laurentiis
C'è un allenatore da trovare, un direttore sportivo con cui cercare una via d'uscita, un bel po' di intermediari a cui dare risposte per Osimhen, Zielinski e Lozano (Kim è già al Manchester United), la campagna acquisti da avviare e se tutto andrà come deve andare - visto con i suoi occhi, s'intende - tra otto giorni dovrà pure darsi da fare per individuare il compratore giusto del Bari che domenica prossima si giocherà la promozione in serie A affrontando il Cagliari. De Laurentiis sa che c'è poco da fare: padre e figlio non possono avere due club nella stessa serie. E si prepara. E poco importa che in Champions Lipsia e Salisburgo si sono affrontate nella fase a gironi. Le regole, in Italia, sono le regole: già due anni fa De Laurentiis è riuscito a evitare la cessione del Bari riuscendo a modificare la norma della doppia proprietà, ma adesso non è più possibile. Il Bari, in caso di promozione, va venduto. A meno che non ci sia qualcuno così folle da credere che a essere venduto sia il Napoli.
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INTRECCI Che giorni, per Aurelio De Laurentiis: aspetterà mercoledì, ovvero la finale di Conference, per capire con l'amico Joe Barone se ci sono le condizioni per portare Vincenzo Italiano a Napoli. Sennò vanno ripresi i vari fili interrotti: con Thiago Motta (che ha fortissimi dubbi) e con Galtier che lascia il Psg dopo l'arrivo di Luis Enrique che ovviamente ha solo fatto qualche chiacchiera educata con De Laurentiis e poco altro. Le piste italiane sono suggestive e portano a Roberto Mancini e Fabio Cannavaro. Ma in realtà, anche se davvero come ruolo di riserva, l'ultimo della lista è Rafa Benitez. Il che non vuol dire che è quello che ha meno chance. Sarebbe il primo ritorno dell'era De Laurentiis. Mica solo l'allenatore: c'è il nodo del ds Giuntoli che certo non attenderà in eterno. De Laurentiis vuole fare un doppio dispetto: al suo storico dirigente - da otto anni al Napoli - e alla Juventus che lo ha contattato nonostante fosse sotto contratto. Alla fine dovrà lasciarlo andar via, perché inutile trattenere qualcuno che considera concluso il ciclo. Soprattutto se è colui con cui condividere tattiche e strategia. E poi trovare la soluzione: la promozione di Micheli o l'ingaggio di Accardi (Empoli) e Polito (Bari).
napoli campione d'italia - vignetta di macondo
(…) Ovviamente, nonostante il numero uno del club sia Luigi, è Aurelio in persona a seguire le trattative. E a sondare anche le proposte italiane, come quelle dalla famiglia Casillo che del Bari è main sponsor. D'altronde, non è solo l'incasso da stadio che fa impressione ma anche il valore aggiunto dello stadio San Nicola, in corso di restyling e tra i dieci impianti che fanno parte della candidatura italiana per ospitare l'Europeo del 2032.
AURELIO LUIGI DE LAURENTIIS