Carlos Passerini per corriere.it
l'allenatore nel pallone oronzo canà
Da trash a cult. La rimonta, va detto, era già partita molti anni fa. Ora sì però che la rivincita può definirsi realmente compiuta. Una promozione sul campo, praticamente. Da B (movie) a serie A. «L’allenatore nel pallone», film con Lino Banfi e regia di Sergio Martino del 1984, è finito nientepopodimeno che sul prestigiosissimo Guardian. Non un tabloid scandalistico, bensì uno dei più diffusi e autorevoli quotidiani al mondo. Ma come è che su un grande giornale filolaburista, raffinato e very chic come il Guardian apre la sezione sportiva di oggi dedicando una pagina intera al film di Lino Banfi e alla sua leggendaria Bi-zona col 5-5-5?
Ovviamente un po’ c’entra il Covid. Bisogna dirlo: se non ci sono le partite, se non c’è lo sport giocato, bisogna andare alla ricerca di qualcosa d’altro. Succede in Italia, succede in Inghilterra.
l'allenatore nel pallone oronzo canà
Nell’articolo firmato da Nicky Bandini il film con Banfi-Canà viene definito come una specie di ispiratore di una pellicola inglese dal titolo «Mike Bassett: England Manager», del 2001. La storia è simile, cambia solo il contesto. Protagonista però è sempre un improbabile allenatore che sbuca dal nulla e arriva a guidare squadre di alto livello. La Longobarda nel caso di Banfi, la nazionale inglese per mister Bassett. «Prima di Mike Bassett, c’era Oronzo Canà» scrive Bandini.
Film inevitabilmente diversi, accomunati però dal fatto di essere entrambi due azzeccatissime parodie del calcio, dei suoi eccessi e dei suoi difetti. Il calciomercato, le partite truccate, i soldi in nero, gli affari loschi («la ricordate la scena del commendator Borlotti? «Sono riuscito ad avere i tre quarti di Gentile e i sette ottavi di Collovati, più la metà di Mike Bongiorno. In conclusione, noi abbiamo ottenuto la comproprietà di Maradona in cambio di Falchetti e Mengoni»), i procuratori avidi, i giornalisti spietati, i brocchi e i campioni.
l'allenatore nel pallone oronzo canà
Ma c’è di più. La lettura che dà il Guardian al film italiano è estremamente positiva. Si va oltre la celebrazione della caricatura. «Entrambi i costituiscono una piccola parte del mio patrimonio culturale, e fino a poco tempo fa ne conoscevo solo uno - scrive Bandini - . A nessuno dei miei genitori importava molto del calcio, e la piccola collezione Vhs che abbiamo sembrava riflettere principalmente l’entusiasmo di mio padre, italiano, per Goldie Hawn. Ho conosciuto il film di Banfi molto più tardi, dalle pagine della Gazzetta dello Sport.
oronzo canà
Se c’è qualcosa di veramente sorprendente nel film è la frequenza con cui si fa riferimento alla stampa sportiva italiana. Il film cerca, nel suo modo goffo, di inviare anche messaggio positivo sul razzismo. Il personaggio di Aristoteles viene ostracizzato dai suoi nuovi compagni di squadra, che rifiutano di condividere una stanza d’albergo, ma Canà lo tratta teneramente e non batte ciglio quando il giocatore inizia una relazione con sua figlia. Nonostante tutti i suoi difetti (e ci sono pezzi di cui avrei fatto a meno) non posso negare di essere rimasta incantata quando l’ho rivisto. Era un film del suo tempo, ma in un certo senso era anche avanti, nel portare i calciatori dentro la sfera dello spettacolo, in un modo che raramente si era visto prima».
la scaramanzia di oronzo cana
Insomma, ora anche gli inglesi impazziscono per Oronzo Canà. E hanno ragione: «L’Allenatore nel pallone» era avanti anni luce. Perché ha saputo raccontare il calcio meglio del calcio stesso. È la rivincita definitiva di Canà: ingaggiato per perdere, «preso per un cogl..» (cit.), alla fine trionfa, alla faccia di tutti.
BANFI L'ALLENATORE NEL PALLONE l'allenatore nel pallone