Marco Imarisio per www.corriere.it
alina kabaeva parla al festival a lei dedicato
«Ogni famiglia ha una storia di guerra». C’è una donna che non ha alcun ruolo, che non ha neppure una immagine perché appare il meno possibile, ma che viene considerata come l’unità di misura di una eventuale irreversibilità dei rapporti tra Russia e Occidente. Alina Kabaeva è il punto di non ritorno.
Se le sanzioni colpiscono lei, significa che per Stati Uniti ed Europa ogni possibilità di recuperare un rapporto almeno formale con Vladimir Putin è persa. La trentottenne ginnasta ritmica e modella, ex campionessa olimpica e mondiale non è conosciuta per i suoi trionfi, ma per essere la persona più vicina al presidente russo, la compagna che secondo voci mai confermate gli avrebbe dato una nuova vita e tre figli.
Dicevano che poco prima dell’inizio della cosiddetta Operazione militare speciale fosse espatriata a Lugano con i suoi bambini, in uno chalet circondato da telecamere e uomini della sicurezza. Sabato scorso invece è riapparsa a Mosca alla VTB Arena, come madrina di una gara nazionale dei migliori giovani ginnasti russi, intitolata a lei.
ALINA KABAEVA AL FESTIVAL A LEI DEDICATO
Al termine delle gare, Kabaeva è stata invitata a dare alcuni consigli agli atleti per la loro carriera futura. E lei non si è sottratta, tenendo un discorso che andava ben oltre lo sport. Anzi, in qualche modo ha utilizzato lo sport per farne una metafora della situazione attuale. «Quello che sta avvenendo, con l’esclusione dei nostri atleti dalle competizioni internazionali, è una delle pagine più vergognose della storia moderna. Quando venivano uccisi civili in Jugoslavia, in Iraq, in Libia e in Siria, l’Occidente non si è mai fatto alcun problema, e non ha mai sanzionato alcun Stato che prendeva parte alla distruzione di quei Paesi».
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Sono le stesse parole che ripete spesso Putin, l’uomo al quale il suo nome è associato ormai da anni. L’ex atleta che ai tempi era stata soprannominata «la donna più leggera del pianeta» per via del suo stile etereo non ha mezze misure quando parla. E non ha mai fatto mistero, come potrebbe essere altrimenti, della sua approvazione per quel che sta accedendo in Ucraina.
LA MANO DI ALINA KABAEVA CON LA FEDE
«Invece» ha aggiunto con una espressione ironica sul volto, «la autorità sportive internazionali sono esplose di rabbia quando la nostra Russia ha deciso di proteggere il Donbass e Lugansk dai nazisti che stavano imperversando in quelle regioni». Ma si devono mettere l’anima in pace, ha concluso. «Perché la Russia era e sarà una grande potenza sportiva, e voi non potete farci nulla». Kabaeva ha parlato dietro un grande manifesto con sopra la scritta «Z».
La relazione con l’ex ginnasta è diventata di pubblico dominio nel 2008, quando ne fece cenno il giornale Russkij Reporter, che venne chiuso il mese dopo. A quel tempo, Kabaeva era stata eletta da poco più di un anno alla Duma, il ramo basso del Parlamento russo, candidata da Russia Unita, il partito del presidente.
Alina Kabaeva alla VTB Arena di Mosca
Nel 2014 era stata nominata presidente del Consiglio di amministrazione di NMG, il più grande gruppo editoriale del Paese, creato dall’oligarca settantenne Yuri Kovalchuk, che gli Stati Uniti considerano «il più stretto consigliere di Putin», animato da un forte pensiero antioccidentale e antiliberale, noto anche per il suo pensiero «cospirativo», che si riflette nei talk show delle sue televisioni. Proprio quell’anno, era stata la tedofora ufficiale ai Giochi olimpici invernali di Sochi.
Nulla di strano, perché è considerata una leggenda della ginnastica russa, titolare di un oro olimpico e nove ori mondiali. Che avrebbero potuto essere dieci, se nel 2001 a Madrid non fosse stata privata della vittoria per una vicenda di doping. In quella occasione, il titolo venne assegnato alla seconda classificata. Ironia della sorte, era un’atleta ucraina.
alina kabaeva
Nel 2018, Kabaeva scompare dalla vita pubblica, tranne che per brevi apparizioni legate alla sua precedente attività sportiva. Guadagnava dodici milioni di dollari all’anno. Non è mai filtrato nulla della sua relazione con il presidente. Non sono mai apparsi insieme, ma non è mai stato un mistero il fatto che erano molto vicini. L’ex ginnasta ha tre figli piccoli che vivono con lei. Ci sono pochi dubbi sull’identità del padre, anche se lei e il Cremlino hanno sempre negato qualunque coinvolgimento del presidente.
Proprio per questo, per non arrivare al punto di rottura definitivo, nell’imporre sanzioni personali a Putin e ai suoi familiari, gli Stati Uniti hanno usato la formula «le figlie adulte», fingendo di ignorare l’attuale situazione sentimentale del presidente russo, lasciando fuori quella che viene considerata la sua nuova famiglia e la sua attuale compagna, che alla VTK Arena esibiva un anello alla mano destra, quella dove in Russia si porta la fede matrimoniale.
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Adesso, secondo quanto riporta il Wall Street Journal , gli Usa starebbero valutando di imporre sanzioni ad personam nei suoi confronti, come richiesto a gran voce dal governo ucraino. Nulla è ancora deciso, ma esiste la possibilità che ciò accada. E il ministero del Tesoro Usa appare consapevole del fatto che ci sarebbero conseguenze, perché Putin potrebbe reagire «in modo estremamente aggressivo».
Alexej Venediktov, fondatore dell’ormai defunta radio Echo di Mosca raccontò anni fa al Corriere che il presidente russo, con il quale all’epoca aveva buoni rapporti, una volta gli disse: «Su di me potete scrivere quello che volete, ma la mia famiglia è tabu, non la deve toccare nessuno».
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Ci sono le sanzioni sul petrolio, quelle sul gas sono considerate l’ultima arma in mano all’Occidente. E poi c’è Alina Kabaeva.
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