Rino Formica per “Domani”
rino formica
Oggi e domani oltre dieci milioni di elettori votano per le amministrative. Domani sera i giornali e i partiti rappresenteranno l'esito del voto in una chiave semplice: ha vinto il centrodestra o il centrosinistra.
MARIO DRAGHI IN CONFERENZA STAMPA
Ci avevano spiegato che sinistra e destra non c'erano più. È vero che la competizione è giocata su misteriose piattaforme capeggiate da aspiranti sindaci agganciati a grappoli di liste indecifrabili, irriconoscibili dal punto di vista dell'identità politica: ci sono uomini di destra nelle liste di centrosinistra e viceversa. Ma comunque il paese continua ad essere rappresentato dalla divisione dell'elettorato fra destra e sinistra.
Matteo Salvini e Giorgia Meloni
La crisi dei partiti ha investito le istituzioni, ed è una crisi che si vorrebbe risolvere dicendo che non c'è più destra e sinistra ma c'è l'istituzione. Questo porta a una novità: le istituzioni si fanno partito politico. Lo stato diventa partito e per risolvere i conflitti che sono dentro la società reale deve dire che non c'è destra e sinistra. C'è lo stato.
MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI
Ecco la pericolosa tentazione che vediamo oggi quando il governo e il suo presidente del Consiglio sostengono il superamento di destra e sinistra. Nei partiti politici è in atto la scissione fra componente governativa ed extragovernativa. La polemica fra Giorgetti e Salvini nella Lega, o tra Brunetta e Berlusconi in Forza Italia, nella sostanza racconta che quelli che stanno al governo stanno diventando membri del partito-stato.
E il governo è la direzione generale del partito-stato. La quale direzione entra in conflitto non con i partiti in via di estinzione, ormai residuali. Tant'è che i segretari non vengono consultati e il governo, partito con un mix fra tecnici e politici, ora è un tutt'uno omogeneo coordinato da un presidente che ha già sperimentato come si guida una istituzione senza stato, come la Banca centrale europea – che è senza stato ma ha i poteri di un superstato.
renato brunetta mario draghi
Ma questo esperimento è applicabile al sistema italiano? Ritengo di no. Lo sarebbe solo con l'abrogazione della dialettica democratica del paese. Ma lo stato che diventa partito non può assorbire i conflitti che ci sono nel paese, che invece continua a tenere aperti i problemi del conflitto sociale e civile nell'interno del paese.
RINO FORMICA CRAXI
Ci saranno due prove politiche che dovranno essere superate da quelli che si illudono che il governo sia la direzione nazionale dello stato-partito. Una è l'elezione del presidente della Repubblica.
Per loro servirebbe una figura scialba, semplice, irrilevante, e non sarà possibile. La seconda è il condizionamento esterno. Anche dopo le elezioni tedesche, sostenere che senza Merkel l'Italia con Draghi comanderà in Europa è un'illusione bottegaia e meschina.
sergio mattarella e mario draghi
Non si può guidare la nuova Europa post pandemia senza una revisione del sistema dei partiti. La scorciatoia dello stato che diventa partito è un'illusione con uno sbocco autoritario. Lo stato non può assorbire i conflitti che sono nell'interno della società senza una via democratica.
MARIO DRAGHI CON ANGELA MERKEL
L'illusione che destra e sinistra non ci siano più, come sostiene la vulgata quotidiana, è pericolosa. C'è un sottile male in Italia, ed è la tentazione di non voler scegliere la via faticosa della democrazia "perché governare democraticamente l'Italia non è difficile ma inutile". Una concezione arretrata. Il primo ciclo repubblicano ha educato le masse a non voler essere sottogovernate ma governate. Ora il tentativo di voler tornare al sottogoverno perché il governo appartiene agli illuminati è una tentazione che darà brutte sorprese a chi fantastica di questi ritorni impossibili.
draghi mattarella renzi partita di poker mario draghi ABBRACCIO MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI matteo salvini giorgia meloni matteo salvini enrico michetti giorgia meloni GIUSEPPE conte RINO formica
RINO FORMICA