Gianluigi Nuzzi per “La Stampa”
gianluigi nuzzi foto di bacco
Nei sacri palazzi si cercano i congiurati, quelli che Papa Francesco solo qualche giorno fa indicava intorno a un tavolo, pronti a tratteggiare il volto del nuovo Pontefice, eletto da un imminente conclave.
I loro nomi non sono mai stati un mistero, figurarsi ora, dopo le nuove dichiarazioni di Francesco contro l'aborto che riducono le distanze con la Chiesa più dogmatica. Ma a sorpresa potrebbero emergere nuovi insospettabili nomi, un tempo fedelissimi dello stesso Bergoglio.
papa francesco 2
«I congiurati appartengono a una chiesa imperiale - spiega un sacerdote, da sempre vicino al Pontefice - che Bergoglio respinge. Una Chiesa del privilegio, che ama essere riconosciuta, alligna nelle prebende, non vuole sottoporsi al giudizio di nessuno, nell'assoluta autoreferenzialità».
i nuovi cardinali incontrano ratzinger
Ed è inevitabilmente un'ala che ritiene irricevibile questo pontificato indirizzato da un radicale richiamo alla vita evangelica, ad aiutare i poveri da poveri, con i cantieri per le riforme e la trasparenza. Da qui la doppia morsa al papato: da una parte appunto i conservatori che leggono come deriva teologica le aperture di Francesco, dall'altra quel sistema di potere che si riteneva intoccabile e che dai tempi di Paolo VI imperversa in curia.
BERGOGLIO RATZINGER
Le parole durissime di Francesco contro l'aborto («C'è l'abitudine all'omicidio, è come affittare un sicario») sono la risposta concreta a chi mosso da altri interessi vede in questo Papa l'espressione di un neo modernismo teologico da censurare. Francesco non viola i sigilli della dottrina, alla quale si richiama al di là delle interpretazioni strumentali che lo vogliono fuori da quell'alveo.
statio orbis 2020 papa bergoglio
È una posizione indispensabile per superare i venticelli di chi soffia sulle polemiche e concentrarsi sulle riforme. Anche perché per spiegare quanto sta accadendo in diversi sottolineano come il Pontefice abbia subito la scoperta di vedere tra chi rema contro anche uomini di chiesa che lui aveva scelto e dei quali si fidava.
Sembra infatti che tra i congiurati, tra quelli che vogliono riposizionare il Vaticano a Chiesa centrale del sistema emergano anche profili di alti prelati ritenuti vicini al Papa. E sarebbe proprio questo retroscena ad aver alimentato l'amarezza di Francesco e la sua clamorosa denuncia.
giovanni angelo becciu papa francesco bergoglio
Oggi il gesuita vescovo di Roma puntella la dottrina, appunto per alleggerire l'arsenale dei suoi oppositori dalle accuse strumentali, e cerca di capire quale dicastero può essere ancora ostaggio della vecchia guardia. «Chi oggi è a disagio - prosegue la fonte - non vuole che la Chiesa cammini nella storia: Gesù a 12 anni non è Gesù sulla croce». Anche perché «quelli che non amano le riforme è perché amano zone d'ombra».
BERGOGLIO
In questa prospettiva sarebbe un eccesso di ottimismo ritenere che il processo in corso al cardinale Angelo Becciu possa soddisfare e sanare quel mondo: «Non c'è stato errore di Becciu ma di un sistema che pensa di essere intoccabile». In questa prospettiva potrebbero emergere altre operazioni finanziarie sospette, intercettate dai sistemi ispettivi delle banche centrali dei Paesi coinvolti.
LO STUPORE DI PAPA BERGOGLIO
Non è infatti un mistero che il "nuovo corso", preparato tra enormi fatiche già ai tempi di Benedetto XVI e di Ettore Gotti Tedeschi allo Ior dieci anni fa, subisca brusche frenate, prosegua a singhiozzo. In curia ancora ricordano quell'illuminante missiva ricevuta solo qualche anno fa da Bergoglio nella quale diversi coraggiosi dipendenti del Vaticano lamentavano di non poter applicare la nuova legge anti riciclaggio: «I giornali di tutto il mondo inneggiavano a questo cambiamento ma, in realtà, eravamo ancora fermi con le mani legate perché non erano state preparate le norme attuative da seguire». -