Estratto dell'articolo di Giorgio Caccamo per "il Resto del Carlino"
ANNA ZAFESOVA
Una conversazione privata finita online, parole forti, l’ombra di crepe in un sistema di potere, quello di Vladimir Putin, che in realtà non è poi così granitico.
Ecco le parole: «Sfortunatamente la Russia, che amiamo così sinceramente, è caduta nelle grinfie di alcuni stronzi». Testuale. A dirle sarebbero stati il miliardario Roman Trotsenko e il manager Nikolai Matushevsky, amici, oligarchi, ricchi esponenti della classe dirigente moscovita. Loro, ovviamente, smentiscono, parlano addirittura di un falso o uno scherzo fatto con l’intelligenza artificiale. «Ma questo non è importante», commenta Anna Zafesova, giornalista e analista esperta di Russia.
Perché non è importante la smentita dei due oligarchi?
«Perché è normale che i diretti interessati smentiscano, ma di conversazioni così in Russia ce ne sono centinaia ogni giorno».
la cicatrice sul collo di vladimir putin 7
E che cosa ci dicono?
«Il ragionamento è evidente. È una classe dirigente orientata verso l’estero, dove può consumare i frutti delle proprie attività, spesso cleptocratiche, e anche far trasferire la famiglia. Oggi quello che dicono questi personaggi è “scappiamo“. Infatti non a caso in altre conversazioni li si sente parlare di cittadinanze straniere e permessi di soggiorno in Paesi come Cipro, Montenegro o Gran Bretagna che però adesso hanno preso misure contro questo vero e proprio mercato».
Le frasi esprimono insoddisfazione nei confronti del regime. Si aprono crepe nel blocco putiniano?
«Anche il Cremlino evita di commentare queste notizie. Ma il blocco granitico in realtà non c’è mai stato, non lo era del tutto neanche prima del febbraio dell’anno scorso. Poi molti putiniani, anche di alto rango, sono rimasti decisamente stupiti dall’invasione dell’Ucraina. Tuttavia, non si aprono crepe nel regime, c’è piuttosto una sensazione di impotenza: questi oligarchi discutono di ipotesi di fuga, non saranno loro a produrre un cambiamento in Russia».
vladimir putin nella cattedrale di mosca pasqua ortodossa 2023 3
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Ma Putin può farne a meno?
«In realtà, sì. Sono totalmente sostituibili. È come se avesse una panchina lunga: per uno che se ne va, è già pronto un altro a prendere il suo posto. Soprattutto ci sono cinquantenni che non vedono l’ora di rimpiazzare tutta la corte di 60-70enni che sta intorno a Putin».
Una corte, più che un regime.
«Proprio così. La cerchia putiniana è composta da chi ha diretto accesso all’orecchio del sovrano. È tutto un sistema di intrighi, pettegolezzi, fedeltà assoluta a un potere che assomiglia più a una satrapia persiana o al palazzo Topkapi del sultano ottomano».
NIKOLAI MATUSHEVSKY ROMAN TROTSENKO
Tanto per restare al dialogo Trotsenko-Matushevsy, chi sarebbero allora gli «stronzi»?
«Ci sono ovviamente Putin e quelli che conosciamo, le figure pubbliche e istituzionali, come il ministro della Difesa, Sergej Shoigu: i giudizi poco lusinghieri su di lui sono noti. Ma poi ci sono anche quelli che non vediamo o conosciamo poco, eppure hanno ruoli importanti. Come per esempio i fratelli Yuri e Mikhail Kovalchuk: uno è il “banchiere di Putin“, l’altro il presidente dell’Accademia delle Scienze. Ci sarebbero loro dietro l’annessione della Crimea, da cui hanno guadagnato appalti e ricchezze».
roman trotsenko,
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