Giuseppina Manin per il Corriere della Sera
luca salsi
Molestare una diva di questi tempi non è cosa. Figurarsi una di temperamento come Anna Netrebko. «Ma così vuole il copione e così farò» promette con un eroico sospiro Luca Salsi, baritono di fama internazionale voluto da Riccardo Chailly per il ruolo di Gérard, il «cattivo» dell'«Andrea Chénier» di Giordano che il 7 dicembre aprirà la stagione della Scala, Netrebko nel ruolo di Maddalena, Yusif Eyvazov in quello del titolo, regia di Mario Martone.
Nel libretto di Illica è infatti scritto in versi chiari e tondi che Gérard, servo passato alla rivoluzione, mette di fronte la sua ex padroncina al più turpe dei dilemmi: se vuol salvare il suo Andrea dalla ghigliottina deve cedergli, lì e subito. La vuole a ogni costo. Anche «solo per un' ora».
«Un bel ricattone sessuale» commenta Salsi che dovrà tentare di piegare Netrebko alle sue voglie cantando: «Tuo malgrado, tu mia sarai». Minaccia a rischio, visto che in quinta Eyvazov, focoso tenore dell' Arzebajan e marito di Netrebko, ascolta. «Nessun problema, sono una coppia simpatica e spiritosa. E poi con Anna ci conosciamo da 16 anni... Ci siamo incontrati nel 2001 per "Le nozze di Figaro". Gran donna, diva sulla scena, deliziosa compagna di lavoro». La risposta di Maddalena, «Ebbene, prendimi! Corpo di moribonda è il corpo mio» spiazza Gérard. «Non è quello che vuole, lui la sogna viva e partecipe. Arretra. Capisce che la violenza non ha niente a che fare con l' amore. E lui l' ama da sempre» spiega Salsi che conosce il carattere per averlo già interpretato a Monaco con Kaufmann.
LUCA SALSI
Primo incontro invece con Martone. «La sua sarà una regia classica, elegante, fedele allo spirito dell' epoca. Abbiamo discusso tanto di Gérard, il personaggio più complesso, il solo che cambia nel corso dell' opera. Con una doppia anima, da "villain" e da uomo nobile che aderisce alla rivoluzione perché sdegnato dalle diseguaglianze sociali. Per certi versi somiglia a Figaro, per altri a Scarpia».
La rivoluzione, quella reale, però non lo convince. «Noi italiani non siamo portati, qui ciascuno bada solo al suo orticello... Io provo a farla dentro di me. Ho sempre cercato la libertà e la felicità a costo di rischiare tutto. Sono partito dal niente, sono nato dalle parti di Parma, Verdi era nell' aria, ma io canticchiavo nei pianobar Baglioni e Dalla. Finché a 16 anni, ascoltando un coro di Palestrina restai folgorato da quella musica. Entrai nel coro e la mia voce fu notata. Quando annunciai a mio padre, commercialista, che volevo lasciare ragioneria per studiare canto, lui fu grande: ti aiuto, mi disse, ma se scopro che non sei motivato vai dritto a lavorare in una fabbrica di prosciutti».
anna netrebko
Pericolo scampato. «A 20 anni debuttavo nell'"Elisir d' amore" a Rosignano Solvay.
Sono stato fortunato, quei teatrini di provincia dove si faceva la gavetta ormai sono rari. A 22 anni sono approdato a Bologna con "La scala di seta"». Il resto è tutto in ascesa. Fino a quel doppio salto mortale del 2015 al Met di New York, che fece di lui una leggenda. Chiamato a sostituire all' ultimo momento Domingo indisposto in una pomeridiana dell'«Ernani», Luca ne uscì applauditissimo. E la stessa sera cantò nella «Lucia di Lammermoor». Due opere a distanza di poche ore, una performance da superman della lirica.
Yusif Eyvazov
«Per carità. Gli sfoggi atletici non mi interessano proprio...
Ma il teatro è fatto così, far fronte alle emergenze fa parte del nostro mestiere».
Richiesto in tutto il mondo, Salsi è apprezzato da direttori come Gatti, Dudamel, Levine.
E Muti. «Con Carlo Meliciani, il grande baritono che mi ha insegnato tutto, Muti è stato l' altro mio maestro.L' anno prossimo ci ritroveremo per "Macbeth", la mia opera preferita». Adesso intanto ad attenderlo c' è un altro Riccardo.
«Con Chailly si è stabilità un' intesa immediata. È straordinario come lui riesce a analizzare la partitura, trarne colori e sfumature mai sentite.
ANNA NETREBKO
Averlo come guida mi toglie un po' l' ansia di questo mio primo 7 dicembre. Una data da batticuore. Ho paura che arrivi e non vedo l' ora».
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