marina petrella
Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
A confidare a Marina Petrella in ospedale che la Francia avrebbe rinunciato a estradarla, mercoledì 8 ottobre 2008, fu Valeria Bruni Tedeschi assieme alla sorella Carla Bruni Sarkozy, moglie dell' allora presidente francese. Sarkozy annunciò ufficialmente la sua decisione, «per ragioni umanitarie», quattro giorni dopo.
Nel giugno precedente il premier François Fillon aveva firmato il decreto di estradizione, e Sarkozy l' aveva confermata. Poi le due sorelle intervennero e convinsero il presidente a cambiare idea, difendendo le ragioni di tutti gli ex terroristi, in particolare Cesare Battisti. L' avvocata di Petrella, Irène Terrel, salutò una decisione «umana, necessaria e legittima» dello Stato francese.
NICOLAS SARKOZY CARLA BRUNI VALERIA BRUNI TEDESCHI
Sono passati 13 anni, e il presidente della Francia è cambiato: al posto di Sarkozy c' è Macron che ha deciso di accogliere finalmente le richieste italiane. Ma il clima culturale che ha accompagnato il soggiorno in Francia degli ex militanti della lotta armata sembra immutato, almeno a leggere certi interventi.
CARLA BRUNI - MARISA BORINI - VALERIA BRUNI TEDESCHI
Marina Petrella è di nuovo in attesa di estradizione, Irène Terrel continua ad assisterla e a dirsi «indignata», e Valeria Bruni Tedeschi difende di nuovo Petrella e gli altri «esuli», come vengono definiti in un lungo appello pubblicato ieri da Libération .
GIORGIO PIETROSTEFANI
«Presidente Macron, rispetti l' impegno della Francia nei confronti degli esuli italiani», è il titolo del testo. Tra i firmatari ci sono importanti nomi del mondo intellettuale francese, che già allora si erano schierati a favore di Battisti e compagni: i cineasti Jean-Luc Godard e Costa-Gavras, la scrittrice Annie Ernaux, l' attrice e regista Valeria Bruni-Tedeschi, come si è detto, più nuovi protagonisti della letteratura come Edouard Louis o Éric Vuillard, prix Goncourt 2017.
emmanuel macron parla ai francesi
Due giorni fa, nel commentare la svolta di Emmanuel Macron, fonti dell' Eliseo hanno evocato una specie di inizio di mea culpa francese, calando l' arresto dei dieci in una prospettiva storica: «Si tratta di una presa di coscienza da parte della Francia, dopo anni di tentennamenti e anche di una certa compiacenza, della realtà storica dell' Italia, cioè il trauma costituito da attentati, omicidi, rapimenti. Questo bisognava riconoscerlo».
APPELLO DEGLI INTELLETTUALI A FAVORE DEGLI EX TERRORISTI SU LIBERATION
Ma, fuori dall' Eliseo, il caso Battisti - che in carcere in Italia ha poi riconosciuto quattro omicidi in Francia sempre negati, ammettendo di fatto di avere ingannato i suoi amici francesi - sembra passato invano.
I firmatari del nuovo appello a Macron ricordano la dottrina Mitterrand, che garantiva accoglienza in Francia a chi abbandonava la lotta armata, e soprattutto il suo contesto: la «strategia della tensione ancora vivace in Italia» e «i giuristi francesi spesso perplessi rispetto alle leggi speciali alla base delle procedure italiane».
ex terroristi marina petrella
Tornano i soliti argomenti di chi dipingeva l' Italia degli anni di piombo come una specie di dittatura sudamericana, con gli scappati in Francia avvolti dalla stessa considerazione dovuta ai perseguitati di Pinochet. Il nuovo appello a Macron sottolinea che quegli italiani hanno deposto le armi e in Francia si sono rifatti una vita.
I FIRMATARI DELL'APPELLO A MACRON PER NON ESTRADARE GLI EX TERRORISTI
«C' è chi adesso in Italia li strumentalizza per obiettivi di politica interna che non ci riguardano - si legge ancora -. La loro campagna equivale ad accusare decine di funzionari dei nostri servizi amministrativi, polizia e giustizia di avere, per quarant' anni, protetto degli assassini».
irene terrel
Per i firmatari, «tenere in maggior conto il punto di vista dei nostri partner europei non deve portarci alla confusione storica e all' abbandono dei meccanismi fondamentali della giustizia». Seguono citazione dell' Orestea di Eschilo - «Vuoi passare per giusto piuttosto che agire con giustizia» - e l' accusa definitiva a Macron, quella di «fare quel che avrebbe fatto al suo posto un rappresentante del Rassemblement National», il partito di Marine Le Pen.
carla bruni sarkozy