Andrea Sereni e Daniele Sparisci per il “Corriere della Sera”
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L’Arabia Saudita all’assalto del calcio europeo. Non si nasconde, fa tremendamente sul serio. Le risorse sono enormi, non bastano più Ronaldo e Benzema. L’ultima tentazione José Mourinho, incontrato ieri a Londra all’Harbour Hotel, che alle ricche lusinghe dell’Al-Ahli ha risposto un cordiale «no, grazie, resto a Roma». Prima di lui Allegri, Lukaku e Brozovic, Di Maria e Modric.
Stelle luccicanti, qualcuna sul viale del tramonto, accomunate da una popolarità che può essere trascinante. CR7 ha aperto la strada, ma è il colpo Benzema ad aver cambiato gli equilibri. Quando il francese pochi giorni fa è sceso dall’aereo che lo ha portato a Gedda era sorridente ma spaesato, quasi travolto dalla presentazione in stile hollywoodiano che gli hanno preparato allo stadio King Abdullah, con effetti speciali e fuochi d’artificio. […]
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Di sicuro nel pacchetto da 400 milioni in tre anni garantito all’ex Real rientra il suo status di Pallone d’oro in carica. Conta più questo di quello che può fare sul campo, la fama nel deserto vale più di gol e assist. È una calamita.
Benzema è il manifesto vivente del piano Vision 2030, varato qualche anno fa dal Principe Mohammad bin Salman: un’espansione aggressiva anche nello sport, che non si limita al calcio. Un modo per diversificare l’economia del Paese, anche un tentativo di usare lo sport come strumento di distrazione per ripulire l’immagine e coprire le violazioni dei diritti umani (il cosiddetto «sportwashing»).
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Eppure l’Arabia Saudita sta realmente provando a diventare una potenza mondiale non legata solo al petrolio, più moderna. Quindi ecco investimenti su turismo e intrattenimento, con la fondazione di nuove città (Neom sul Mar Rosso, la nuova Sharm El Sheikh) per emulare quanto già fatto da Qatar ed Emirati. In questo disegno lo sport è centrale.
L’Arabia dal 2018 ha ospitato eventi di ogni tipo e ha investito pesantemente sui motori: la Dakar, poi 50 milioni l’anno per ospitare un Gp di F1 a Gedda, e il piano è raddoppiare nel 2027 con un circuito in costruzione a Qiddiya. L’Aramco, la compagnia petrolifera locale, è main sponsor della F1 e dell’Aston Martin. I sauditi hanno anche provato ad acquistare il Circus dagli americani di Liberty Media, senza riuscirci.
CRISTIANO RONALDO CON GLI ABITI TRADIZIONALI SAUDITI
È andata meglio col wrestling (c’è un accordo di 10 anni con la Wwe per produrre insieme gli show) e col golf, in cui dopo una furiosa battaglia il Pga Tour si è unito alla lega «ribelle» Liv, finanziata da Riad.
Mancava il calcio. […] L’idea stavolta è diventare uno dei primi dieci tornei del mondo, preparando il terreno per la candidatura ai Mondiali 2030, il vero obiettivo. Come? Portando campioni e top manager nel deserto. La lista è in continuo aggiornamento. Kanté, Firmino, De Gea, sembra pure Marciniak, l’arbitro della finale di Champions, sono pronti a sposare la causa.
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Di Maria e Modric tentennano. Il rifiuto di Mou si aggiunge invece a quelli di Allegri, Lukaku — che ha detto no a 25 milioni dall’Al Hilal perché vorrebbe restare all’Inter —, Brozovic. Hanno provato a convincere anche Messi, che però ha preferito Miami. […]
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