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    L’ARGENTINA FA PIANGERE TENARIS – LE SOCIETA’ ITALIANE SONO POCO ESPOSTE A UN EVENTUALE DEFAULT DEL PAESE DELLA KIRCHNER, MA SE IL CONTAGIO SI ESTENDESSE AL VICINO BRASILE SAREBBERO DOLORI PER FIAT E TELECOM ITALIA


     
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    Carlotta Scozzari per Dagospia

    Sui mercati valutari, oggi si respira una situazione di calma apparente dopo il crollo del peso argentino della scorsa settimana, quando rispetto al dollaro la valuta locale si è svalutata di oltre il 15% in un solo giorno. Il tasso di cambio ufficiale oggi è stabile intorno agli 8 peso per 1 dollaro, livello a cui erano terminate le contrattazioni venerdì scorso, quando il governo di Cristina Kirchner, per non alimentare gli scambi sul mercato nero, aveva deciso di allentare alcune delle restrizioni sulla circolazione di capitali.

    Cristina Fernandez de KirchnerCristina Fernandez de Kirchner

    Dato il contesto, caratterizzato da un'inflazione galoppante e da una sostanziale carenza delle riforme di cui invece ci sarebbe stato bisogno, in molti temono che l'economia argentina possa presto essere costretta a un nuovo default, che questa volta però si scaricherebbe soprattutto sul mercato interno, visto che i legami del paese con il resto del mondo sono molto meno forti rispetto al 2001, anno in cui il paese non onorò il debito.

    Logo Logo "Fiat"

    In effetti, anche la presenza delle società italiane in Argentina è tutto sommato trascurabile. L'unica eccezione di riguardo è la Tenaris della famiglia Rocca, attiva nel mercato del petrolio e del gas attraverso la società locale Siderca. Fino a qualche mese fa, l'altra società italiana presente in forze nel paese era Telecom Italia, con la controllata Telecom Argentina.

    TELECOM ITALIA MEDIATELECOM ITALIA MEDIA

    La quale, tuttavia, è stata venduta in fretta e furia a metà novembre per 960 milioni di dollari alla Fintech con un'operazione molto contestata per tempistica e interessi sotterranei, ma che col senno di poi, data la crisi del paese, oggi potrebbe rivelarsi assai azzeccata.

    "Gli interessi delle società italiane in Argentina sono molto contenuti - dichiara a Dagospia Vincenzo Longo, market strategist di Ig - ma il problema è che le difficoltà del paese inneschino un effetto contagio sul vicino Brasile, che già sta attraversando le sue difficoltà. In quel caso, il discorso cambierebbe completamente perché al paese sono molto esposti colossi italiani come Fiat e Telecom Italia".

    Marco Patuano Telecom ItaliaMarco Patuano Telecom Italia

    E proprio per la controllata brasiliana della società guidata da Marco Patuano a breve potrebbe materializzarsi un'offerta da parte del magnate egiziano Naguib Sawiris, ex proprietario di Wind. Patuano ancora oggi ha affermato di non saperne nulla, ma nel caso Tim Brasil dovesse essere ceduta è già stata predisposta una procedura specifica per le operazioni con parti correlate (la prima socia di Telecom, Telefonica, in Brasile controlla l'operatore concorrente Vivo) in modo da evitare polemiche e pasticci vari.

    SAWIRISSAWIRIS

     

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